L’estate, momento di rigenerazione della parte femminile della natura

Giugno ci prepara dolcemente all’arrivo di quella che per gli abitanti del nostro emisfero è la stagione calda.

Infatti, tra poche settimane vivremo il giorno più lungo dell’anno, il 21 giugno, chiamato solstizio d’estate.

Saggezza popolare di provenienza antichissima

Lo scorrere dei giorni e l’alternarsi delle stagioni è stato sempre celebrato con riti esoterici in tutto il mondo, tradizioni spesso dimenticate dalla moderna razionalità. 

E anche se oggi è considerata soprattutto la stagione del divertimento, l’estate è ricca di testimonianze di saggezza popolare di provenienza antichissima.

Per esempio, si racconta che alcune piante raccolte il 21 giugno abbiano prodigiose qualità medicamentose e propiziatorie.

Le più note sono la maggiorana, la menta, l’artemisia, la ruta, l’arnica, il cardo, la salvia, la verbena, la valeriana.

Tra le altre l’iperico, la cosiddetta erba cacciastreghe, raggiunge l’apice della fioritura proprio a cavallo del solstizio d’estate.

Una notte di rigenerazione e purificazione

Anche le usanze che accompagnano le celebrazioni per la festa di San Giovanni del 24 giugno, sono legate al solstizio d’estate.

Per esempio, l’usanza di accendere dei fuochi con le erbe vecchie dopo aver raccolto le erbe giovani, sancisce il momento di svolta dell’anno, e la conseguente proficua rigenerazione di tutta la natura.

Oppure, l’antica tradizione di alcune comunità contadine di riunirsi all’alba del 24 giugno e, in un rito collettivo, bagnarsi gli occhi per proteggere la vista, e favorire la capacità di vedere oltre il mondo visibile. 

Invece in altre zone d’Italia, la brina della notte più corta dell’anno era considerata una sostanza purificatrice; per questo era usanza esporre un recipiente con acqua impregnata di fiori con cui bagnarsi alle prime luci dell’alba.

L’estate risveglia la parte femminile della natura e dell’essere uomo

Dall’altra parte del mondo, gli antichi cinesi veneravano il solstizio di giugno perché lo ritenevano il momento in cui l’energia terrena yin (femminile) nasce e cresce rafforzandosi, mentre l’energia solare yang (maschile) si indebolisce.

Infatti, il solstizio invernale è da sempre considerato la festa del cielo e del sole, che sono i principi divini maschili, mentre la celebrazione estiva è invece una festa della Terra, l’elemento divino femminile. 

Nel tempo, i riti estivi sono diminuiti sempre più, fino quasi a scomparire, mentre le tradizioni legate al solstizio d’inverno persistono, mascherate dai festeggiamenti di Natale e Capodanno.

Questo perché la cultura moderna, e specialmente quella occidentale, teme quello che Leonardo da Vinci chiamava il femminino sacro, ed è sistematicamente impegnata a sopprimerlo, esaltando invece la parte maschile della natura e dell’essere umano.

Per usare un termine molto in voga al giorno d’oggi, possiamo dire che il femminicidio più pericoloso avviene dentro di noi quando, magari inconsapevolmente, uccidiamo la nostra parte femminile.

E così le grandi feste della Terra, come quelle del 21 giugno, ma anche Calendimaggio e le celebrazioni della luna piena, sono state per lo più dimenticate. 

La potenza di un ciclo straordinario ed eterno

Abbiamo imparato a cadenzare il nostro tempo con le quattro stagioni, tutte profondamente diverse tra loro, ma sicuramente di eguale importanza: l’una non può esistere senza l’altra e l’una prepara l’arrivo dell’altra. 

Possiamo avvertire palpabilmente la potenza di questo ciclo straordinario ed eterno nella meravigliosa tecnica di Dinamica Mentale, il metodo di sviluppo personale distribuito gratuitamente agli iscritti all’Accademia Europea.

È chiamata proprio “tecnica delle stagioni”, e grazie ad essa riusciamo ad avvertire più profondamente la relazione ininterrotta natura-uomo in tutte le sue sfaccettature: visibile ed invisibile, dentro e fuori, caldo e freddo, e a comprendere meglio la complessa dualità che accompagna tutta nostra vita.


L’Accademia Europea svolge le sue iniziative su tutto il territorio nazionale, sia in presenza che online.

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In copertina, una versione ricolorata al computer dell’incisione su legno Flammarion, del 1888

Flammarion, incisione su legno, artista sconosciuto, 1888

L’incisione su legno Flammarion è apparsa per la prima volta nel 1888, nel libro L’atmosfera: meteorologia popolare.

Spesso usata come illustrazione metaforica della ricerca scientifica o mistica, raffigura un uomo ai margini del mondo conosciuto, dove la Terra incontra il cielo. 

La didascalia che accompagna l’incisione nel libro di Flammarion recita:

Un missionario del medioevo racconta di aver trovato il punto in cui il cielo e la terra si toccano.

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