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Il modo migliore di affrontare la fine dell’anno scolastico (e la vita): valutare per correggere, senza giudicare

Giugno 2023: la fine di un anno scolastico particolarmente complesso

Per tradizione, la fine dell’anno scolastico rappresenta da sempre un importante momento di bilanci per insegnanti, genitori, allievi.

Ma indubbiamente questa volta lo è ancora di più, perché quello che è appena trascorso è stato un anno particolarmente complesso.

Infatti, quest’anno siamo tornati senza interruzioni a vivere la scuola tra i banchi, dopo ben due anni di disordinata alternanza tra didattica a distanza e lezioni in presenza.

Così, bambini, ragazzi e adolescenti hanno dovuto modificare ancora una volta le loro abitudini e adattarsi a nuovi ritmi di studio e vita privata.

Questa circostanza è ancora più difficile da gestire per gli scolari più piccoli, intimamente bisognosi di una certa stabilità e di una routine quotidiana rassicurante.

Ecco perché, più che in passato, questa è un’occasione importante per fermarci a riflettere sul modo più corretto di affrontare la fine dell’anno scolastico.

La scuola, una palestra di vita in cui imparare a conoscere sé stessi e gli altri.

Insegnanti ed educatori di ogni tempo, almeno in teoria, concordano che la scuola non è solo un luogo in cui imparare a leggere, scrivere e far di conto.

Il bambino non è un vaso da riempire, ma una sorgente da lasciar sgorgare

(Maria Montessori, 1870-1952)

Insegnare non significa riempire un vaso, ma accendere un fuoco

(Montaigne, XVI sec.)

La mente non è un vaso da riempire, ma, come la legna da ardere, ha solo bisogno di una scintilla che l’accenda e le dia l’impulso per la ricerca, e un amore ardente per la verità

(Plutarco, II sec.)

In altre parole, la scuola è una palestra di vita nella quale il docente dovrebbe essere l’allenatore con il compito di guidare i ragazzi a superare i propri limiti e allargare gli orizzonti.

Dovrebbe essere il luogo in cui ci si impara a confrontarsi con i propri pari e con l’autorità; dovrebbe essere il luogo nel quale allenarsi a scoprire i propri punti di forza e le aree di miglioramento.

Ho scritto dovrebbe.

Una auspicabile funzione della scuola: correggere senza giudicare.

La scuola ha anche la funzione di correggere gli errori ma, perché sia efficace, occorre superare l’atteggiamento giudicante, ancora molto diffuso, di caccia al problema.

Infatti, molto spesso si valutano gli studenti in base a ciò che non va, a quello che gli manca per raggiungere determinati standard. 

Ognuno è un genio. Ma se si giudica un pesce dalla sua abilità di arrampicarsi sugli alberi, lui passerà tutta la vita a credersi stupido.

Anonimo

Questo aforisma molto popolare ci dice che quest’atteggiamento si rivela assolutamente demotivante per i più giovani perché contribuisce a instillare n un crescente senso di inadeguatezza e spirito di rassegnazione.

Col tempo, i ragazzi più sensibili, quand’anche riuscissero a dimostrare le proprie capacità, potrebbero sentirsi sminuiti nel proprio valore o scoraggiati a proseguire.

Invece si dovrebbe trarre ispirazione dalle qualità che contraddistinguono ogni allievo, dai traguardi che ognuno ha raggiunto e dagli ostacoli che, con maggiore o minore fatica, ognuno ha superato.

Col tempo, i ragazzi più sensibili, quand’anche riuscissero a dimostrare le proprie capacità, potrebbero sentirsi sminuiti nel proprio valore o scoraggiati a proseguire.

Invece si dovrebbe trarre ispirazione dalle qualità che contraddistinguono ogni allievo, dai traguardi che ognuno ha raggiunto e dagli ostacoli che, con maggiore o minore fatica, ognuno ha superato.

Infatti, nel suo significato etimologico più vero, la parola “correggere” deriva dal latino cum rigere che significa tenere insieme, migliorare, aggiustare le cose.

E la scuola dovrebbe farlo proprio a partire dagli errori da cui è possibile trarre un insegnamento.

Valutare uno studente significa riconoscere il suo valore come individuo

La scuola è il più grande centro educativo permanente, che costruisce a fondare i pilastri del nostro patrimonio culturale.

Ma la ricerca del sapere può dare frutti validi solo se procede di pari passo con il riconoscimento del valore dell’individuo e la considerazione della sua umanità e del suo vissuto.

Caro professore, sono un sopravvissuto di un campo di concentramento. I miei occhi hanno visto ciò che nessun essere umano dovrebbe mai vedere: camere a gas costruite da ingegneri istruiti, bambini uccisi con veleno da medici ben formati, lattanti uccisi da infermiere provette, donne e bambini uccisi e bruciati da diplomati di scuole superiori e università. Diffido – quindi – dell’educazione. La mia richiesta è la seguente: aiutate i vostri allievi a diventare esseri umani. I vostri sforzi non devono mai produrre dei mostri educati, degli psicopatici qualificati, degli Eichmann istruiti. La lettura, la scrittura, l’aritmetica non sono importanti se non servono a rendere i nostri figli più umani.

(Lettera che il preside di un liceo americano inviava ai suoi insegnanti all’inizio di ogni anno scolastico, pubblicata ne Les mémoires de la Shoah di Anniek Cojean su Le Monde il 29 aprile 1995)

E questa è un’arte che può essere praticata solo all’interno di relazioni sane, animate da fiducia reciproca, in cui ciascuno non si pone mai contro, ma procede sempre con l’altra persona.

Una mappa per l’esplorazione dei propri talenti e potenzialità

In questo senso, uno dei compiti più preziosi della scuola è mostrare all’allievo una mappa per la scoperta, conoscenza e accettazione dei propri limiti e l’esplorazione dei propri talenti e potenzialità. 

Per fare questo, il primo passo come insegnanti, educatori o genitori, è coltivare il desiderio intimo e sincero di migliorare ogni giorno la propria empatia.

Essa consiste innanzitutto nella capacità di prestare attenzione alle capacità spesso nascoste dei ragazzi, e non solo alle loro carenze.

Solo così li aiuteremo a dare la giusta importanza ai traguardi raggiunti, a stabilirne di nuovi, ad affrontare responsabilmente i fallimenti, a fare tesoro di ogni esperienza.

Questo processo continuo inizia con la nascita e si estende attraverso l’intera vita, e attraverso un’idonea strutturazione della personalità umana, conduce al più vantaggioso inserimento dell’individuo nella società.

È questo il principio che muove le iniziative promosse dall’Accademia Europea CRS-IDEA.

I suoi programmi socio-educativi consistono in un insieme di attività attraverso le quali ogni individuo può acquisire e migliorare le proprie consapevolezze, abilità e valori

In questo modo, ciascuno sarà sempre più in grado di aiutare sé stesso e migliorare la qualità della propria vita, dei propri cari e delle persone con cui entra in contatto in contesti sempre più ampi, fino ad abbracciare l’intera umanità.


L’Accademia Europea svolge le sue iniziative su tutto il territorio nazionale, sia in presenza che online.

Consulta l’agenda degli appuntamenti di formazione dell’Accademia Europea cliccando sul link:

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L'amore comincia con il rispetto per la nostra immagine allo specchio - Mente Amica
L’amore comincia con il rispetto per la nostra immagine allo specchio

Perché maggio è il mese dell’amore

A maggio ricorre la festa della mamma e per i cattolici, maggio è il mese mariano, cioè dedicato alla Madonna.

Questa tradizione popolare, acquisita dalla Chiesa solo negli ultimi secoli, deriva dal risveglio della natura in questo mese particolarmente ricco di fiori ed oggi è molto sentita. 

Infatti il cardinale John Henry Newman così descrive Maria, la madre di Cristo: «il fiore più bello che si sia mai visto nel mondo spirituale». 

Ecco perchè queste due ricorrenze, per ciò che rappresentano, fanno diventare maggio il mese dell’amore.

La ricerca di una definizione universale

Ma cos’è l’amore? 

Nel vocabolario Treccani, l’amore è definito come un “sentimento di viva affezione verso una persona che si manifesta come desiderio di procurare il suo bene e di ricercarne la compagnia”. 

Secondo lo psicologo cognitivo Sternberg, l’amore è il risultato di tre elementi fondamentali: intimità, passione e impegno; quindi è l’unione di confidenza e affinità, comprende un coinvolgimento fisico e sessuale, ed è rafforzato dalla reciproca responsabilità di mantenere la relazione nel tempo.

Invece per Maslow esistono due tipi di amore: uno adolescenziale, romantico ma immaturo che si fonda sul colmare i propri vuoti interiori; uno più maturo, che per essere vissuto richiede prima amore per sé stessi, e che vede l’altra persona come un arricchimento.

Il quesito impegna da sempre filosofi, psicologi e specialisti di diverse discipline e ispira scrittori, musicisti e persone comuni affascinati da questa domanda così complessa e profonda, per la quale sembra impossibile trovare una risposta che metta d’accordo tutti. 

Questo perché il termine amore evoca immediatamente in ciascuno di noi un’immagine diversa.

Nella maggior parte dei casi, si tratta delle persone a noi più care come i figli, i genitori, il partner, ma anche il nostro animale domestico o le nostre passioni come lo sport, il cibo, i viaggi, ed altre.

L’amore è uno stato del nostro essere

Chi invece segue dei percorsi di crescita personale, ha imparato a considerare e vivere l’amore come uno stato dell’essere.

Infatti, finchè cercheremo l’amore esclusivamente in qualcuno o qualcosa che si trova al di fuori di noi, lo percepiremo sempre in modo parziale, incompleto, insoddisfacente. 

Oppure lo confonderemo con il bisogno di stabilità affettiva, il senso di possesso, la dipendenza.

Anche perché, per un periodo più o meno lungo, tendiamo ad idealizzare il destinatario di quel sentimento che chiamiamo amore.

Invece, come ci ricorda Eckart Tolle nel suo libro Il potere di adesso: «L’amore è uno stato dell’essere. Il tuo amore non è all’esterno, ma risiede in profondità dentro di te. Non puoi mai perderlo, ed esso non può lasciarti»

Una relazione sana con noi stessi, le altre persone e tutto ciò che ci circonda

Allora, vivere pienamente e felicemente l’amore, significa innanzitutto imparare a conoscere noi stessi e stabilire una relazione sincera e positiva con chi siamo veramente.

Il primo passo è iniziare a trattare con massimo rispetto e delicata sincerità la nostra immagine che vediamo nello specchio.

In questo modo, ritroviamo una profonda pace interiore che deriva dalla scoperta che tutto ciò di cui abbiamo bisogno per essere felici è già dentro di noi. 

Questa nuova consapevolezza ci mostra che siamo sempre in una relazione d’amore, a partire da noi stessi, con le altre persone e con tutto ciò che ci circonda: animali, piante, oggetti materiali, luoghi, circostanze. 

Una libertà sempre più grande ed una felicità sempre più intensa

È quell’ «amor che move il sole e l’altre stelle» che si rivela a Dante al termine del suo viaggio attraverso Inferno e Purgatorio, quando il Paradiso si mostra a lui come un luogo di pace in cui l’amore illumina ogni cosa.

Infatti, come esseri umani siamo chiamati a scambiare amore in ogni momento con tutto ciò che esiste, nella realtà e nella nostra immaginazione, godendo sia dell’amore che riceviamo che del riflesso di quello che offriamo. 

Questo è il nostro Paradiso, e si rivela in tutta la sua luce nella nostra vita quando abbiamo equilibrato ogni paura e lasciato andare ogni forma di dipendenza, facendo spazio ad una libertà sempre più grande ed una felicità sempre più intensa.

L’amore è quindi molto più di un sentimento che ci lega a qualcuno o qualcosa.

È una condizione ideale di presenza a noi stessi, un senso di intima connessione con ogni elemento della natura, la certezza di essere parte di un meccanismo infinito che unisce ogni cosa nell’universo.

Questo è il fine di tutta l’azione sociale dell’Accademia Europea CRS IDEA, a partire dal suo corso di base: Dinamica Mentale Somatopsichica.


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Perché la Pasqua è il momento migliore per iniziare un cambiamento

Ancora oggi, la Pasqua porta un messaggio di pace, gioia e rinnovamento originale e attualissimo.

Questa ricorrenza cade in un periodo dell’anno da sempre ritenuto speciale e per questo, anche se con diversi nomi, usi e costumi, quasi tutte le religioni del mondo ne condividono l’importanza.

Per esempio, molti studiosi fanno risalire il termine inglese “Easter” (Pasqua in italiano) a Eostre, la divinità anglosassone della primavera, oppure Astarte, la dea fenicia della fecondità, o alla sua controparte babilonese Ishtar.

Anche le raffigurazioni più popolari della moderna iconografia pasquale come il coniglio e le uova, sembrano derivare da simboli di fertilità tramandati da antichi rituali della tradizione pagana europea e mediorientale.

Oggi la globalizzazione le ha trasformate in semplici strumenti di business, e l’augurio più grande che possiamo farci è guardare oltre questi schemi ormai così radicati, per restituire a queste immagini la loro forza primordiale.

Infatti, secondo un antico rito primaverile celebrato in alcune culture, si riteneva che regalare uova decorate e colorate fosse auspicio di prosperità, buona salute e felicità.

Inoltre, secondo diversi antropologi, il significato simbolico di rinascita e rinnovamento della Pasqua ha origine da antichi riti di adorazione del sole.

Questi erano compiuti in occasione dell’equinozio di primavera per dare il benvenuto al sole e ingraziarsi il suo grande potere di dare nuova vita a tutto ciò che nasce in questo periodo.

Anche noi potremmo portare un po’ di questa magia nelle nostre vite, se lasciassimo andare almeno in parte le ancore dell’ego e della razionalità.

Leggi anche: La primavera ci insegna ad accogliere ed amare tutti gli aspetti della nostra vita

Lasciar andare pensieri, atteggiamenti e comportamenti negativi

Per noi occidentali, attualmente il significato della Pasqua abbraccia il concetto di morte e rinascita, ed è l’espressione più profonda di rinnovamento che possiamo immaginare.

Contemporaneamente, in molte famiglie è ancora viva l’usanza delle cosiddette “pulizie di primavera”.

Essa deriva dalla tradizione ebraica di liberare la casa da polvere, sporcizia e oggetti non più utili in occasione dell’arrivo della Pasqua.

Questo antico rituale univa la necessità di prendersi la giusta cura del focolare domestico alla più profonda esigenza spirituale di allontanare da sé pensieri, atteggiamenti e comportamenti negativi.

Ma sembra che l’uomo moderno abbia dimenticato o non riesca più a trovare il tempo per fermarsi e riflettere su questo.

Ecco perché, ancora oggi, le festività pasquali possono rappresentare il momento più proficuo per iniziare un cambiamento, oppure affrontare nel migliore dei modi una novità nella nostra vita.

Il necessario equilibrio tra intuito e ragione

Per esempio, possiamo decidere di liberarci di un aspetto del nostro carattere che non ci è più utile, oppure di potenziare una nostra dote o qualità per goderne ancora più appieno.

Ma siccome ogni scelta che facciamo ci pone di fronte ad un bivio, intraprendere una strada piuttosto che un’altra comporta sempre una rinuncia, una perdita, un dolore. 

Infatti, anche se siamo guidati dal desiderio di migliorare, la nostra naturale e umana resistenza al cambiamento, seminerà insormontabili ostacoli e paure profondissime sul nostro percorso.

Occorre quindi apprendere come mettere in equilibrio la parte intuitiva e analitica, creativa e razionale, immaginativa e logica del nostro pensiero.

Come superare gli ostacoli alla nostra auto-realizzazione

Ogni giorno, numerose scuole di crescita personale, forniscono tante indicazioni per ritrovare la nostra armonia interiore e affrontare con successo questo viaggio.

Tra queste, possono rivelarsi molto utili le tecniche di Dinamica Mentale Somatopsichica e gli altri programmi socio-educativi offerti gratuitamente ai propri iscritti dall’Accademia Europea.

Attraverso questi semplici esercizi di rilassamento e visualizzazione creativa, possiamo cominciare fin da subito a migliorare la nostra vita e le nostre relazioni, procedendo a passo sicuro verso la nostra auto-realizzazione.


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insegnamento primavera mente amica
La primavera ci insegna ad accogliere ed amare tutti gli aspetti della nostra vita

Marzo è un mese straordinario durante il quale assistiamo al passaggio della natura dallo stato invernale di gestazione, in cui le energie sono dormienti, ad uno attivo, dinamico, portatore di nuova vita: la primavera.

Marzo nelle tradizioni più antiche

Nella cultura assiro-babilonese, questa stagione era associata al dio della bellezza Tammuz (Adone) che, dopo aver dimorato per tutto l’inverno nel buio dell’Oltretomba, in primavera veniva alla luce mostrando tutta la sua incantevole bellezza. 

Ritroviamo questo mito anche nell’antica Grecia: secondo la tradizione, a marzo Persefone si ricongiunge alla madre Demetra, dopo aver soggiornato in inverno col suo sposo Ade negli inferi. 

Demetra è così felice di riabbracciare l’amata figlia che sino all’autunno riempirà la terra di fiori e frutti. 

Invece i Celti celebravano Eostre, la divinità del sole nascente simile a Venere. 

Il suo nome deriverebbe da aes, cioè “est”, il punto dove ogni giorno sorge la luce dell’alba, collegata alla energia vitale necessaria perchè nuovi rami nascano e diano fiori e frutti.

Il doppio significato simbolico della cerimonia del fuoco

Oggi in Italia, Spagna, Portogallo e altri paesi con una forte tradizione cattolica, marzo è il mese della festa del papà, che coincide con la ricorrenza di S. Giuseppe.

In questa occasione, in diverse zone soprattutto del mezzogiorno d’Italia, vengono allestiti falò in strade, piazze e grandi spazi aperti.

Questi fuochi, che spesso raggiungono dimensioni davvero notevoli, hanno un doppio significato simbolico relativo al passaggio tra inverno e primavera.

Da una parte, con l’azione purificatrice del fuoco, i nostri avi auspicavano l’allontanamento delle energie negative dalla terra per propiziare i futuri raccolti primaverili.

Dall’altra,  rappresentano la distruzione di tutto ciò che è vecchio e non serve più, per fare spazio ad una profonda rigenerazione che porta crescita e benessere per il singolo, la collettività e la natura. 

Il pane, testimone di fecondità

Ai festeggiamenti col fuoco si accompagnano spesso alcuni particolari riti della panificazione.

Infatti, in molte case si preparano altarini e si offrono delle piccole pagnotte a coloro che vi si fermano in preghiera. 

Queste forme rotonde di pane evocano la fecondità e le forze rigenerative e riproduttive che in questo mese danno inizio alla stagione primaverile.

L’insegnamento della primavera per l’uomo moderno

La primavera, così come in natura permette al nuovo di venire alla luce, suggerisce agli esseri umani di seppellire i vecchi schemi di vita e per far fiorire nuove azioni e comportamenti e raccogliere i frutti che questi portano con sé. 

Infatti, è inutile mettere in atto vecchi meccanismi di controllo o difesa, quando invece possiamo esprimere la nostra personale creatività.

La sfida che siamo tutti chiamati ad affrontare consiste proprio nel comprendere quando è meglio fidarsi ed essere flessibili per adattarsi ad una situazione, invece di contrastarla.

Per questo occorre imparare a trasformare le nostre paure in fiducia in noi stessi, donandoci la capacità di accettare le situazioni spiacevoli, per andargli incontro e superarle con successo. 

La primavera ci insegna quindi che, per essere felici e realizzati, anzichè giudicare, rinnegare o soffocare ciò che non va, è necessario imparare ad accogliere ed amare tutti gli aspetti della nostra vita.

E in particolare le ferite che qualcun altro o noi stessi abbiamo inferto al nostro bambino interiore, cioè la parte più delicata e sensibile del nostro animo.

Dialogare con le energie che sono dentro di noi

Le forze planetarie che agiscono in questo periodo sono straordinarie.

Esse ci invitano a dialogare con le energie che sono dentro di noi, e richiedono la nostra attenzione per svegliarci dal sonno dell’inverno e vivere in pieno la primavera ormai alle porte.

In ogni circostanza, dipende sempre da noi trovare il giusto equilibrio: beato chi riesce a perdonare, lasciar andare, comprendere. 

Per questo, sarà davvero utile osservare il nostro comportamento in questo mese, magari tenendo un diario, per comprendere meglio quanto agevolmente ci muoviamo tra le zone d’ombra e luce dei nostri pensieri, ponendo particolare attenzione alle relazioni.

Un viaggio affascinante verso l’auto-realizzazione

Utilizzare consapevolmente il proprio tempo per essere maggiormente flessibili, di mente aperta e pronti a cogliere la bellezza delle coincidenze, significa intraprendere un viaggio affascinante verso l’auto-realizzazione. 

Per raggiungere questi obiettivi, sono molto utili le tecniche di Dinamica Mentale Somatopsichica e gli altri programmi socio-educativi che l’Accademia Europea distribuisce da oltre cinquant’anni a tutti i suoi iscritti 

Sono esercizi di rilassamento e visualizzazione creativa semplici e di immediata applicazione che consentono di conquistare agevolmente il benessere in ogni occasione, migliorare noi stessi e le nostre relazioni, e aumentare la nostra capacità di azione e reazione agli eventi della vita.


L’Accademia Europea svolge le sue iniziative su tutto il territorio nazionale, sia in presenza che online.

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Le maschere, preziosi strumenti di purificazione, rinnovamento e comunicazione nella danza della vita.

Il nome del mese di febbraio deriva dal latino februare, che significa “purificare” o “rimediare agli errori”.

In febbraio, nell’antica Roma si tenevano importanti rituali di purificazione in onore del dio etrusco Februus e della dea romana Febris.

Anche la parola italiana febbre condivide la stessa radice, in quanto gli antichi romani leggevano nella febbre un processo di purificazione che avviene all’interno del corpo. 

Questo concetto di purificazione e rinnovamento si ritrova anche in altre culture, anche molto lontane dalla nostra.

Nel vecchio calendario giapponese, febbraio è chiamato Kisaragi, cioè “mese del cambio delle vesti”, oppure Konometsuki che significa “mese nel quale gli alberi prendono nuova vita”.

In finlandia, il mese di Febbraio è chiamato Helmikuu, che tradotto letteralmente significa “mese della perla”.

Il tema della purificazione nelle celebrazioni antiche

Il tema della purificazione si ritrova in molte celebrazioni antiche. Per esempio nell’antica Roma, a febbraio si svolgeva una festa detta februatio, in onore della divinità Iunio Februata, cioè “Giunone purificata”. 

In quell’occasione, le donne giravano per le strade della città con ceri e lampade accese, come simboli di luce. 

Invece nella tradizione celtica, i giorni a cavallo tra la fine di gennaio e i primi di febbraio erano dedicati alla dea Brigit. 

Considerata signora del fuoco, protettrice delle tradizioni e simbolo di guarigione, era una delle figure mitologiche più amate e più importanti del mondo celtico

Il suo culto era sentito così profondamente, che la chiesa cattolica lo accolse tramutandolo in Santa Brigida, che assunse tutti i carismi della dea pagana. 

Il mese di febbraio e le tradizioni carnevalesche

Febbraio è noto soprattutto per essere il mese del carnevale e si possono trovare ritualità e simbologie carnevalesche in tutte le civiltà.

L’etimologia di questo termine è incerta: molti lo fanno derivare dal latino carnem levare, cioè “eliminare la carne” dai propri pasti in occasione dell’imminente Quaresima.

Altre interpretazioni lo collegano ai carnualia, cioè ai “giochi di campagna” tipici di questo periodo, oppure al carrus navalis, il “carro a forma di nave” che sfilava per le vie della città durante i festeggiamenti.

Le origini del Carnevale dunque risalgono ad epoche antichissime e pagane. 

Per la chiesa cattolica di un tempo, il significato del carnevale era quello di cercare occasioni per riflettere e ricongiungersi a Dio. 

Invece, nell’antica Grecia era un’occasione di coesione sociale al punto che, durante questa festa, venivano fermati i procedimenti penali e liberati i prigionieri per poterli includere e farli partecipare alle celebrazioni. 

Durante queste giornate, scherzi e mascheramenti rappresentavano il caos come strumento necessario di rinnovamento della società: schiavi e padroni si invertivano nei ruoli sovvertendo le gerarchie e rovesciando le regole del vivere civile. Gli schiavi fungevano da padroni ed i padroni da schiavi. 

Terminati i festeggiamenti, l’ordine sociale costituito riemergeva rinnovato e tornava ad essere rispettato fino al carnevale successivo.

Le maschere, preziosi strumenti di comunicazione

Il simbolo per eccellenza del carnevale è la maschera.

Può sembrare strano ma, tra le sue diverse funzioni di scherzo, intrattenimento, protezione ed altre, la più significativa è quella di strumento di comunicazione con la divinità.

Indossare la giusta maschera infatti permette all’uomo di prendere le distanze dalle convenzioni universalmente accettate e di proiettarsi in un mondo diverso, mistico, tutto da scoprire e vivere.

Il mondo delle maschere è affascinante: da sempre gli esseri umani indossano delle maschere per ricordare, raccontare storie, oppure essere qualcun altro o vivere nei panni di ciò che si vorrebbe essere.

Molto spesso, indossare una maschera è indispensabile per essere sé stessi in un modo così intimo e reale che la nudità del proprio volto risulterebbe inappropriata.

Una maschera per ogni ruolo personale, familiare, sociale.

Le maschere che indossiamo cambiano nel tempo e seguono il nostro cambiamento nei nostri vari ruoli della vita nei quali, sempre, indossiamo una maschera e non saper indossare la maschera più adatta alle diverse circostanze, diventa la principale causa dei nostri grandi e piccoli disagi e malesseri.

Anche se non ce ne rendiamo conto, abbiamo sempre sul volto una maschera che ci trasforma, adeguandoci al ruolo che richiede la situazione del momento: indossiamo la maschera del figlio, o del genitore, dell’amico, del partner, dell’imprenditore o del dipendente, del capo o del sottoposto, ecc., o per dirla con i termini utilizzati dall’Analisi Transazionale, mettiamo la maschera del genitore, dell’adulto o del bambino (tre stati dell’io) nelle diverse sfaccettature di questi importantissimi modi di relazionarsi.

Il nostro equilibrio psico-fisico dipende proprio dalla nostra capacità di indossare la maschera del momento, dalla velocità con la quale sappiamo cambiarla e da quanti personaggi siamo in grado di interpretare con padronanza dei rispettivi ruoli.

Questo perché nella quotidianità, ogni nostro ruolo ci obbliga ad interpretare una specifica parte e ad indossare la relativa maschera senza che i ruoli siano confusi.

Il palcoscenico della vita ha il sipario continuamente aperto ed ognuno di noi è contemporaneamente il regista di se stesso, l’interprete ed il personaggio, il tecnico delle luci e del suono, il pubblico ed una speciale giuria che giudica continuamente e non fa mai pause.

Un nuovo umanesimo per illuminare noi stessi e le altre persone

Imparerai a tue spese che nel lungo tragitto della vita incontrerai tante maschere e pochi volti

[Luigi Pirandello, Uno, nessuno e centomila, 1926]

Ho sempre intravisto in queste parole il grande potere delle maschere come mezzo per apprendere e trasmettere il rispetto dei ruoli, propri e altrui.

Solo quando ognuno di noi, con onestà, rispetta il proprio ruolo, riesce a comprendere e rispettare il ruolo di chi ha di fronte a se e, così facendo, può recitare con maggior efficacia la propria parte.

Apprendere come migliorare la propria capacità di indossare le nostre maschere, oggi può sembrare complicato per via del grande disordine che increspa la visuale di quasi ogni ambito della nostra vita. 

Se davvero desideriamo acquisire dei validi supporti nella nostra individuale danza della vita, tra le tante opportunità che il vasto panorama della crescita personale ci offre, è a nostra disposizione uno straordinario e gratuito percorso di conoscenza e miglioramento di noi stessi.

È proposto ai propri iscritti dall’Accademia Europea CRS IDEA, la quale mette a disposizione di quanti lo desiderano semplici esercizi di rilassamento e di visualizzazione creativa, per migliorare la relazione con se stessi e con le altre persone, per migliorare la salute ed ottenere sensibili miglioramenti in diverse aree della vita e così partecipare a scrivere la storia di un urgente nuovo umanesimo.


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Rinascere nella semplicità per essere artefici di un vero cambiamento
Rinascere nella semplicità per essere artefici di un vero cambiamento

Il significato di rigenerazione del Capodanno

L’inizio di un nuovo anno porta con sé una grande forza simbolica che da sempre incoraggia l’uomo verso nuove iniziative, imprese, percorsi di vita. 

Oggi noi occidentali facciamo coincidere questo momento di passaggio così importante con una data altrettanto speciale: il primo gennaio.

Abbiamo ereditato e mantenuto questa convenzione dalla riforma giuliana, promulgata  più di duemila anni fa dall’imperatore Giulio Cesare, che volle riprendere l’antico calendario egizio.

In realtà, nelle tradizioni di diverse culture, il Capodanno è stato spesso celebrato in date diverse dal primo gennaio

Per esempio, durante il medioevo, nella Repubblica di Venezia cadeva il primo marzo; fino al diciottesimo secolo, nell’impero d’Oriente e di Russia, l’anno iniziava a settembre; ancora oggi in Cina, il capodanno si celebra il 22 gennaio.

Eppure, nel corso di ogni epoca, il capodanno ha sempre mantenuto il suo significato di rigenerazione, cambiamento, passaggio.

Gennaio prende il nome dalla divinità romana Giano, rappresentato con due facce rivolte in direzioni opposte, capaci di guardare contemporaneamente al passato e al futuro.

Per questo rappresenta ogni forma di passaggio, cambiamento e inizio, sia reale che simbolico.

L’occasione per riflettere e fare un bilancio

I primi giorni di Gennaio sembrano quindi i più indicati per fare un bilancio dei dodici mesi appena trascorsi.

Inoltre, specialmente in questo momento storico così particolare, abbiamo  l’occasione per riflettere sulla nostra storia e dei nostri avi, e cercare di comprendere le dinamiche che ci hanno condotti al punto in cui siamo arrivati oggi.

Il mondo è martoriato da diverse decine di guerre di cui una molto vicina ai nostri confini, messo sotto pressione dai continui aumenti del costo della vita, segnato da una profonda crisi culturale, sociale e umana che si protrae da molto, troppo tempo. 

A mio parere siamo giunti ad una tappa cruciale della nostra esistenza, e ancora una volta abbiamo una grande opportunità.

Infatti, possiamo trasformarla in una svolta che conduce ad un nuovo inizio, o in un punto di rottura e rimanere immobili, spettatori e complici della disfatta del genere umano.

Immaginare nuovi orizzonti

Il tempo scorre inesorabile, e se non decidiamo di fare realmente tesoro dell’anno appena trascorso, saremo diventati solo un po’ più vecchi.

Ecco quindi che le parole di grandi uomini possono essere di ispirazione e stimolo a immaginare e tracciare nuovi orizzonti per cominciare il 2023 rinnovati nel pensiero e rinfrancati nell’azione. 

Se le cose grandi vanno male, è solo perché i singoli individui vanno male, perché io stesso vado male; perciò, per essere ragionevole, l’uomo dovrà cominciare con l’esaminare se stesso.

Carl Gustav Jung – Ricordi, sogni riflessioni, 1962

La vita è fatta di attimi, come questo che stiamo vivendo. Tutto passa ed il presente è solo un soffio che subito diventa passato mentre poco prima era futuro. Noi tutti scriviamo attimo per attimo la nostra storia e ciò che scriviamo, a differenza del tempo, rimane per sempre.

Romano Battaglia

Non ti chiedo miracoli o visioni, ma la forza di affrontare il quotidiano. Preservami dal timore di poter perdere qualcosa della vita. Non darmi ciò che desidero ma ciò di cui ho bisogno. Insegnami l’arte dei piccoli passi

Antoine de Saint-Exupéry, Il Piccolo Principe

Vai con fiducia nella direzione dei tuoi sogni. Vivi la vita che hai immaginato.

Henry David Thoreau

Qualunque cosa tu possa fare, qualunque sogno tu possa sognare, comincia. L’audacia reca in sé genialità, magia e forza. Comincia ora.

Johann Wolfgang von Goethe

Tra vent’anni non sarete delusi delle cose che avete fatto ma da quelle che non avete fatto. Allora levate l’ancora, abbandonate i porti sicuri, catturate il vento nelle vostre vele. Esplorate. Sognate. Scoprite. 

Mark Twain

Non cercare di essere sempre perfetto, perché ti dò una buona notizia, nessuno lo è. Sii semplicemente un buon esempio per chi ti sta intorno. Ama le cose che fai e sii felice.

Stephen Littleword

Gli sciocchi aspettano il giorno fortunato, ma ogni giorno è fortunato per chi sa darsi da fare.

Buddha

La continuità ci dà le radici; il cambiamento ci regala i rami, lasciando a noi la volontà di estenderli e di farli crescere fino a raggiungere nuove altezze

Pauline R. Kezer

Trovare dentro noi stessi una nuova e maggiore motivazione

Oggi sempre più persone credono che la vita sia una faccenda complicata, e per questo cadono nella trappola di cercare all’esterno soluzioni altrettanto complicate alle proprie incertezze, turbamenti, malesseri. 

Invece, dentro di noi c’è già tutto quello di cui abbiamo bisogno, perché la risposta più efficace alla nostra epoca cervellotica, contorta e contraddittoria è prendere per mano la semplicità e riflettere l’amore nella nostra vita come una luce visibile a tutti.

Si tratta di una sfida molto importante, e possiamo affrontarla con successo anche grazie alle tecniche meditative di riequilibrio somatopsichico dell’Accademia Europea C.R.S. – I.D.E.A.

Sono esercizi semplici e di immediata comprensione e applicazione, che da cinquant’anni aiutano migliaia di persone a trovare dentro sé stesse una nuova e maggiore motivazione per un pieno e totale accesso al proprio potenziale.

Buon 2023 a tutti!


L’Accademia Europea svolge le sue iniziative su tutto il territorio nazionale, sia in presenza che online.

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Il solstizio d’inverno e la necessità di un’illuminazione interiore

Un evento cosmico dal grandissimo valore simbolico

Anno dopo anno, a partire dagli ultimi giorni di novembre, entriamo a passo sempre più svelto nel clima festoso, mondano, quasi chiassoso del nostro Natale. 

Le nostre abitudini di consumo si intromettono nelle tradizioni religiose, la voglia di evasione si confonde con il desiderio di stare insieme alle persone che amiamo.

Per questo, risulta difficile trovare il tempo per soffermarci a riflettere su quello che di straordinario accade in questi giorni: il solstizio d’inverno.

Si tratta di un evento cosmico che da sempre ha un grandissimo valore simbolico in tutte le tradizioni primordiali.

Infatti in questo periodo, così come nel mondo occidentale celebriamo la nascita di Cristo, moltissimi altri popoli hanno sempre celebrato la nascita delle entità divine a cui è dedicato il proprio culto.

Una celebrazione condivisa da tutto il mondo

Dal Nord Europa al Caucaso, dall’Africa alle Americhe, dal Medio Oriente alla Cina, il solstizio d’inverno è la cornice temporale di innumerevoli ricorrenze sacre.

Per esempio, in Persia si celebrava il dio guerriero Mithra, detto il Salvatore, anch’egli partorito da una vergine.

Invece, a Babilonia si acclamava il dio Tammuz, unico figlio della dea Istar, rappresentato tra le braccia della madre, con un’aureola di dodici stelle intorno al capo.

Inoltre nell’antica Grecia, in questi giorni aveva luogo un rituale di festa in onore della rinascita di un “dio bambino”, Dioniso, fortemente collegato alla terra e alla natura. 

Anche a Roma, cuore di una civiltà pur pagana come quella greca, in una data compresa tra il 21 e il 25 dicembre, si glorificava una rinascita, quella del sole.

Questa ricorrenza era proclamata Dies Natalis Solis Invicti, dal latino: giorno della nascita del sole invitto, cioè che non viene mai sconfitto. 

L’eterna vittoria della luce sulle delle tenebre. 

Questa data magica appartiene quindi alla spiritualità di tutte le religioni del mondo, anche se, naturalmente, ognuna di esse la festeggia in una forma diversa.

Per questo, è utile riflettere su cosa accade davvero in questi giorni, abbracciando anche solo per un istante una visione più ampia di quella che la nostra tradizione ci insegna.

Il Solstizio d’Inverno è un evento che si ripete periodicamente da miliardi di anni, prima della comparsa di ogni culto o religione, dell’uomo e di ogni altra forma di vita sulla Terra.

In questo giorno, la natura ci ricorda l’eterna vittoria della luce sulle delle tenebre. 

Infatti il 21 dicembre la Terra si posiziona in modo che il Sole tocchi il punto più basso del cielo: da questo momento in poi, le ore di luce aumenteranno ogni giorno fino al prossimo 21 giugno.

La necessità di un’illuminazione interiore

Proprio il fenomeno naturale e immutabile della luce che prende il sopravvento sul buio ha ispirato l’idea di associare questo giorno alla necessità di un’illuminazione interiore.

Questo perché da sempre, l’essere umano ha cercato di trovare una luce che potesse illuminare il proprio cammino di vita, in modo da fargli vivere una esistenza piena e soddisfacente.

Ma l’esperienza ci insegna che molto spesso restiamo incatenati alle nostre abitudini, anche quando ci impediscono di raggiungere la felicità.

Oppure, altre volte ci affanniamo nella ricerca del nostro benessere all’esterno, cioè nei beni materiali, altre persone, o in uno status sociale.

È difficile trovare la felicità dentro di sé, ma è impossibile trovarla altrove.

Arthur Schopenhauer

Per questo, l’augurio che faccio ai lettori di Mente Amica è trovare la propria felicità, magari utilizzando consapevolmente il proprio tempo applicando le tecniche di Dinamica Mentale Somatopsichica.

È un affascinante viaggio sulla strada della propria auto-realizzazione, che  l’Accademia Europea distribuisce da oltre cinquant’anni a tutti i suoi iscritti.

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Star bene significa anche lasciar andare i pensieri che non portano più frutti

A novembre, la natura sembra morire definitivamente.

Moltissime piante smettono di nutrire le foglie e le lasciano cadere al suolo e, così facendo, preparano la terra ad una nuova vita.

Anche noi esseri umani dovremmo imitare questa procedura di auto-purificazione e nutrimento emozionale positivo.

Infatti, se desideriamo veramente una vita diversa, essa può iniziare solo quando decidiamo di abbandonare tutte le emozioni legate al ricordo di eventi che ci hanno fatto star male, dopo averne compreso la lezione.

Però, mentre per una pianta è naturale lasciar andare le foglie secche, per noi, liberarci di pensieri ed azioni che non portano più frutti, è difficilissimo. 

Anzi, al contrario, la nostra mente spesso decide consapevolmente di ripescare vecchi  ricordi dolorosi, permettendo a pensieri distruttivi ed emozioni paralizzanti di rinnovare il dolore ed accrescere il nostro malessere.

Per comprendere perché agiamo in questo modo, e soprattutto mettere in atto le strategie per smettere di alimentare questa cattiva abitudine, può essere utile cogliere il senso più recondito dell’autunno, ed in particolare del mese di novembre. 

Il profondissimo legame che abbiamo con la nostra Madre Terra

Infatti, proprio dalla profonda simbologia dei metodi che scandiscono lo scorrere del tempo nell’eterno alternarsi delle stagioni, nascono le tradizioni, la cultura e la morale che influenzano prepotentemente il nostro pensiero e le nostre azioni.

Per esempio, da sempre novembre segna l’inizio della cosiddetta annata agraria.

È un momento di passaggio cruciale, durante il quale si tirano le somme sulla stagione appena conclusa e si stipulano i nuovi contratti, due attività importantissime nel mondo dell’agricoltura.

Contemporaneamente, nei riti cristiani occidentali, a novembre solitamente ha inizio l’anno liturgico.

Questo periodo, detto tempo dell’avvento, è preparatorio all’imminente festa del Natale, e vede i fedeli in atteggiamento di raccoglimento e attesa.

Questa concomitanza non deve stupire: riti religiosi e tempi contadini vanno spesso a braccetto perché anticamente il profondo legame che abbiamo con la nostra Madre Terra era molto sentito.

Connettersi con una dimensione superiore

Per esempio i Celti, antichi abitanti dell’Europa di diverse migliaia di anni fa, portatori di una cultura originale e articolata, nei primi giorni di novembre usavano celebrare il  Samhain.

Era la festa più importante dell’anno perché segnava il passaggio tra la fine dell’anno vecchio e l’inizio dell’anno nuovo.

Durante il Samhain, che durava una settimana, i luoghi di sepoltura erano visti come allegri e venivano addobbati per celebrare l’unione tra il cielo e la Terra e la comunicazione del mondo dell’aldilà con la dimensione materiale dell’uomo. 

Questa festa, nella quale il moderno Halloween affonda radici antichissime, è strettamente legata alla nostra solennità di Ognissanti, e soprattutto alla commemorazione dei defunti.

In particolare, questa ricorrenza un tempo ci dava

la possibilità di toccare con mano quel filo che lega la nostra storia personale a quella di chi ci aveva preceduto. […] Oggi quel filo lo si può indovinare solo attraverso un microscopio fantascientifico, e così diventiamo più poveri.

A. Camilleri, Il giorno che i morti persero la strada di casa, 2008

Infatti, tutto ciò che per noi oggi è diventato oggetto di spiegazioni scientifiche e interpretazioni razionali, un tempo era occasione per connettersi con una dimensione superiore.

L’incontro consapevole tra realtà oggettiva e soggettiva

Questo principio di morte come trasformazione e rinascita è alla radice della commemorazione dei defunti, di cui celebriamo la nuova vita in un altra dimensione.

Allo stesso modo, l’incontro consapevole tra le due realtà che appartengono ad ogni essere umano, visibile e invisibile, oggettiva e soggettiva, ci spinge verso la nostra evoluzione e ci trasforma.

Infatti, con delle specifiche tecniche di automiglioramento possiamo imparare ad agire nel nostro modo invisibile e soggettivo, per dare maggiore energia al mondo visibile. 

Proprio come fa il contadino quando smuove il terreno per dare alle sue piante la capacità di ottenere più ossigeno e di cibarsi di nuovi elementi vitali.

Ricominciare con nuove consapevolezze

In tantissimi si sono cimentati a discutere di questi temi, generando diverse speculazioni filosofiche e religiose.

In ogni caso, un insegnamento appare evidente: noi possiamo rinascere se solo impariamo a far morire quelle parti di noi che non producono benessere. 

Cioè, se impariamo ciò che davvero conta: imparare a generare la bellezza dal dolore, liberandoci dei vecchi preconcetti e schemi mentali.

Bisogna avere il caos dentro di sé per partorire una stella danzante

Friedrich Nietzsche

Solo quando il ferro è incandescente, il fabbro potrà dargli la forma desiderata; e quando il dolore ti batte come un martello, tocca a te scegliere se rimanere in questo stato o ricominciare con nuove consapevolezze.

Le crisi sono degli appuntamenti con sé stessi

Nessuno vorrebbe provare la sofferenza, ma solo il dolore forgia. 

Ciò che ci fa male ci permette di guardare le cose da un altro punto di vista ed il dolore è un maestro di rare capacità. 

C’è chi incolpa il destino o la sfortuna e, per poco o tanto tempo, se non per tutta la vita, si crogiola nel vittimismo; e c’è invece chi reagisce prontamente, cercando di dare un senso agli avvenimenti. 

La cosa più importante è fare tesoro di ciò che ci è accaduto, giusto o ingiusto che sia, perché le crisi sono degli appuntamenti con noi stessi che tutti quanti, prima o poi, siamo costretti a vivere. 

Senza crisi non ci sono sfide, senza sfide la vita è una routine, una lenta agonia. Senza crisi non c’è merito. È nella crisi che emerge il meglio di ognuno, perché senza crisi tutti i venti sono solo lievi brezze

Albert Einstein

Conquistare il benessere in ogni occasione

Superare le crisi e, nei limiti del possibile, evitarle, è soprattutto questione del giusto addestramento.

Infatti, applicando le semplicissime tecniche di Dinamica Mentale Somatopsichica dell’Accademia Europea C.R.S. – I.D.E.A. noi tutti possiamo imparare come conquistare il benessere in ogni occasione.

Possiamo impadronirci dell’arte della prevenzione, per migliorare noi stessi e le nostre relazioni, e aumentare la nostra capacità di azione e reazione agli eventi della vita.

La Dinamica Mentale Somatopsichica è un programma di automiglioramento unico nel suo genere, di immediata comprensione, applicabilità e benefici che viene distribuito gratuitamente agli iscritti all’Accademia Europea.


L’Accademia Europea svolge le sue iniziative su tutto il territorio nazionale, sia in presenza che online.

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Ottobre e il suo prezioso insegnamento

Lasciare andare ciò che non serve più

Ottobre è il mese in cui si svolge l’ultima fase della vendemmia: la fermentazione del mosto.

Ancora qualche giorno e diventerà vino, pronto per essere lasciato invecchiare in botti di quercia, castagno, acero, oppure confezionato per raggiungere la nostra tavola .

In Ottobre la natura ci regala un altro dei suoi preziosi insegnamenti.

Infatti, dismessi i colori vivaci dell’estate, il paesaggio si ricopre di sfumature dal giallo intenso al rosso rubino delle foglie che iniziano a cadere, formando un tappeto decorato dallo sfavillio delle gocce di rugiada, che lo arricchiscono come fossero pietre preziose.

In Ottobre, le giornate si accorciano sensibilmente, invitandoci a raccoglierci in noi per riflettere su cosa ci accade, e trovare quella necessaria pace interiore per lasciar andare ciò che non serve più e fare tesoro degli insegnamenti utili ricevuti dalle esperienze di vita. 

Per questo, nell’antichità,  la vendemmia e la trasformazione dell’uva in vino, rappresentavano l’evoluzione spirituale degli uomini.

Perché tutta la natura in questo periodo ci insegna proprio questo: a lasciar andare ciò che non ha più vita, proprio come fa lei con le foglie morte, e concentrarci su ciò che conta davvero.

La gratitudine: fare spazio ai doni della vita

Il tempo dell’autunno ci esorta ad abbandonare inutili zavorre e portare con noi l’essenziale, cioè ciò che ci aiuta a proseguire nel nostro cammino, e a  fare spazio ai doni che la vita ci offre con generosità, per nutrire il nostro essere con leggerezza.

Il primo passo per riuscire a compiere questa importantissima azione, è sperimentare la gratitudine per tutto ciò che ci è accaduto, per gli insegnamenti ricevuti e imparare a tramutare il veleno in medicina. 

Infatti, questo ci permette di fare tesoro di ogni esperienza, e trasformare il nostro raccolto personale in qualcosa di buono e utile per noi, e magari per le persone a noi care.

La gratitudine ci evita di inasprirci come l’aceto, permettendoci invece di essere come il buon vino, e col tempo diventare migliori, più saggi e con il cuore in pace.

Ottobre è il mese che più di tutti ci suggerisce di prenderci più cura di noi e dei nostri affetti, è un invito alla presenza e alla condivisione di doni e lezioni, a dare e a ricevere con gratitudine.

In questo mese tutta la natura, per  prepararsi adeguatamente al tempo del silenzio invernale, custodisce i semi buoni mentre, con amore e pazienza, va lentamente incontro alla fine di un ciclo che s’intreccerà con un nuovo inizio.

Equilibrio tra gli opposti

Nel nostro calendario, Ottobre è il decimo mese, ma per l’antico calendario romano era l’ottavo, e gran parte del suo significato simbolico deriva da questo numero, che ha un significato molto profondo in tutte le culture.

In generale, il numero otto rappresenta la perfezione, l’equilibrio cosmico, l’energia femminile che dà la forza di raggiungere qualsiasi obiettivo.

Per esempio, nella tradizione buddista, la ruota del Dharma ha otto raggi, uno per ogni sentiero di rettitudine che porta alla liberazione della sofferenza: visione, intenzione, parola, azione, sussistenza, sforzo, presenza mentale e concentrazione.

Invece, nel Libro dei Mutamenti, il testo sacro del taosimo che descrive le leggi universali, otto sono le energie celesti che derivano dall’unione dello Yin e dello Yang: cielo, lago, fuoco, tuono, vento, acqua, montagna, terra.

Anche nei Tarocchi di Marsiglia, il significato del numero otto fa riferimento alla ricerca della perfezione attraverso l’equilibrio tra due diverse forze; infatti, esso raffigura la giustizia come una donna seduta sul suo trono che tiene in una mano una spada e nell’altra una bilancia.

Ogni aspetto della vita dell’uomo, come in natura, richiede un ideale equilibrio tra gli opposti: il dare e il ricevere, la gioia e il dolore, il giorno e la notte, la luce e l’oscurità, il bene e il male.

L’Accademia Europea CRS IDEA e il suo programma di orientamento e motivazione allo sviluppo personale e collettivo

L’Accademia Europea CRS IDEA persegue questo obiettivo di equilibrio per se stessa e per tutti i suoi soci, e lo desidera promuovere tornando a proporre un percorso di evoluzione personale unico nel suo genere, denominato A Uno.

Questo programma evolutivo è offerto generosamente all’ente dai suoi ideatori, pilastri nella storia dell’Accademia e responsabili dell’istituto di Dinamica Mentale, Grazia e Aldo Frandi, e prossimamente sarà distribuito dagli istruttori Fausta Ferrari e Mauro Sarti.

Questo percorso di orientamento e motivazione allo sviluppo personale e collettivo, nella nuova edizione, comprende innovative ed utilissime tecniche alfageniche e di visualizzazione creativa.

Queste tecniche si basano sui principi della Dinamica Mentale Somatopsichica e hanno l’obiettivo di far ottenere

una impagabile capacità, che gradualmente diventa una dote naturale, di stare bene con se stessi, con gli altri, e di far star bene gli altri con noi

Aldo e Grazia Frandi, Argomenti di Dinamica Mentale e sviluppo personale, 2001

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