Star bene significa anche lasciar andare i pensieri che non portano più frutti

A novembre, la natura sembra morire definitivamente.

Moltissime piante smettono di nutrire le foglie e le lasciano cadere al suolo e, così facendo, preparano la terra ad una nuova vita.

Anche noi esseri umani dovremmo imitare questa procedura di auto-purificazione e nutrimento emozionale positivo.

Infatti, se desideriamo veramente una vita diversa, essa può iniziare solo quando decidiamo di abbandonare tutte le emozioni legate al ricordo di eventi che ci hanno fatto star male, dopo averne compreso la lezione.

Però, mentre per una pianta è naturale lasciar andare le foglie secche, per noi, liberarci di pensieri ed azioni che non portano più frutti, è difficilissimo. 

Anzi, al contrario, la nostra mente spesso decide consapevolmente di ripescare vecchi  ricordi dolorosi, permettendo a pensieri distruttivi ed emozioni paralizzanti di rinnovare il dolore ed accrescere il nostro malessere.

Per comprendere perché agiamo in questo modo, e soprattutto mettere in atto le strategie per smettere di alimentare questa cattiva abitudine, può essere utile cogliere il senso più recondito dell’autunno, ed in particolare del mese di novembre. 

Il profondissimo legame che abbiamo con la nostra Madre Terra

Infatti, proprio dalla profonda simbologia dei metodi che scandiscono lo scorrere del tempo nell’eterno alternarsi delle stagioni, nascono le tradizioni, la cultura e la morale che influenzano prepotentemente il nostro pensiero e le nostre azioni.

Per esempio, da sempre novembre segna l’inizio della cosiddetta annata agraria.

È un momento di passaggio cruciale, durante il quale si tirano le somme sulla stagione appena conclusa e si stipulano i nuovi contratti, due attività importantissime nel mondo dell’agricoltura.

Contemporaneamente, nei riti cristiani occidentali, a novembre solitamente ha inizio l’anno liturgico.

Questo periodo, detto tempo dell’avvento, è preparatorio all’imminente festa del Natale, e vede i fedeli in atteggiamento di raccoglimento e attesa.

Questa concomitanza non deve stupire: riti religiosi e tempi contadini vanno spesso a braccetto perché anticamente il profondo legame che abbiamo con la nostra Madre Terra era molto sentito.

Connettersi con una dimensione superiore

Per esempio i Celti, antichi abitanti dell’Europa di diverse migliaia di anni fa, portatori di una cultura originale e articolata, nei primi giorni di novembre usavano celebrare il  Samhain.

Era la festa più importante dell’anno perché segnava il passaggio tra la fine dell’anno vecchio e l’inizio dell’anno nuovo.

Durante il Samhain, che durava una settimana, i luoghi di sepoltura erano visti come allegri e venivano addobbati per celebrare l’unione tra il cielo e la Terra e la comunicazione del mondo dell’aldilà con la dimensione materiale dell’uomo. 

Questa festa, nella quale il moderno Halloween affonda radici antichissime, è strettamente legata alla nostra solennità di Ognissanti, e soprattutto alla commemorazione dei defunti.

In particolare, questa ricorrenza un tempo ci dava

la possibilità di toccare con mano quel filo che lega la nostra storia personale a quella di chi ci aveva preceduto. […] Oggi quel filo lo si può indovinare solo attraverso un microscopio fantascientifico, e così diventiamo più poveri.

A. Camilleri, Il giorno che i morti persero la strada di casa, 2008

Infatti, tutto ciò che per noi oggi è diventato oggetto di spiegazioni scientifiche e interpretazioni razionali, un tempo era occasione per connettersi con una dimensione superiore.

L’incontro consapevole tra realtà oggettiva e soggettiva

Questo principio di morte come trasformazione e rinascita è alla radice della commemorazione dei defunti, di cui celebriamo la nuova vita in un altra dimensione.

Allo stesso modo, l’incontro consapevole tra le due realtà che appartengono ad ogni essere umano, visibile e invisibile, oggettiva e soggettiva, ci spinge verso la nostra evoluzione e ci trasforma.

Infatti, con delle specifiche tecniche di automiglioramento possiamo imparare ad agire nel nostro modo invisibile e soggettivo, per dare maggiore energia al mondo visibile. 

Proprio come fa il contadino quando smuove il terreno per dare alle sue piante la capacità di ottenere più ossigeno e di cibarsi di nuovi elementi vitali.

Ricominciare con nuove consapevolezze

In tantissimi si sono cimentati a discutere di questi temi, generando diverse speculazioni filosofiche e religiose.

In ogni caso, un insegnamento appare evidente: noi possiamo rinascere se solo impariamo a far morire quelle parti di noi che non producono benessere. 

Cioè, se impariamo ciò che davvero conta: imparare a generare la bellezza dal dolore, liberandoci dei vecchi preconcetti e schemi mentali.

Bisogna avere il caos dentro di sé per partorire una stella danzante

Friedrich Nietzsche

Solo quando il ferro è incandescente, il fabbro potrà dargli la forma desiderata; e quando il dolore ti batte come un martello, tocca a te scegliere se rimanere in questo stato o ricominciare con nuove consapevolezze.

Le crisi sono degli appuntamenti con sé stessi

Nessuno vorrebbe provare la sofferenza, ma solo il dolore forgia. 

Ciò che ci fa male ci permette di guardare le cose da un altro punto di vista ed il dolore è un maestro di rare capacità. 

C’è chi incolpa il destino o la sfortuna e, per poco o tanto tempo, se non per tutta la vita, si crogiola nel vittimismo; e c’è invece chi reagisce prontamente, cercando di dare un senso agli avvenimenti. 

La cosa più importante è fare tesoro di ciò che ci è accaduto, giusto o ingiusto che sia, perché le crisi sono degli appuntamenti con noi stessi che tutti quanti, prima o poi, siamo costretti a vivere. 

Senza crisi non ci sono sfide, senza sfide la vita è una routine, una lenta agonia. Senza crisi non c’è merito. È nella crisi che emerge il meglio di ognuno, perché senza crisi tutti i venti sono solo lievi brezze

Albert Einstein

Conquistare il benessere in ogni occasione

Superare le crisi e, nei limiti del possibile, evitarle, è soprattutto questione del giusto addestramento.

Infatti, applicando le semplicissime tecniche di Dinamica Mentale Somatopsichica dell’Accademia Europea C.R.S. – I.D.E.A. noi tutti possiamo imparare come conquistare il benessere in ogni occasione.

Possiamo impadronirci dell’arte della prevenzione, per migliorare noi stessi e le nostre relazioni, e aumentare la nostra capacità di azione e reazione agli eventi della vita.

La Dinamica Mentale Somatopsichica è un programma di automiglioramento unico nel suo genere, di immediata comprensione, applicabilità e benefici che viene distribuito gratuitamente agli iscritti all’Accademia Europea.


L’Accademia Europea svolge le sue iniziative su tutto il territorio nazionale, sia in presenza che online.

Consulta l’agenda degli appuntamenti di formazione dell’Accademia Europea cliccando sul link:

O chiedi informazioni al numero verde

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