Il ruolo della famiglia nella costruzione dell’autostima del bambino

Le emozioni della madre nella formazione della personalità del bambino

La personalità di un bambino si definisce nei primi tre anni di vita, ma già nel grembo materno il feto ha una sua vita emotiva in relazione simbiotica con la madre.

Infatti, le emozioni che la madre prova durante la gestazione, ne influenzano lo sviluppo.

Per questo, condurre una gravidanza ricca di stimoli sensoriali piacevoli e con un vissuto emotivo positivo, aiuterà la madre a mettere al mondo un bambino sano e inconsapevolmente memore di queste impressioni. 

Contrariamente, una gravidanza vissuta in isolamento o in un ambiente problematico, potrebbe incidere negativamente sulla salute neurofisiologica e psicologica del nascituro.

Subito dopo la nascita, quando comincia l’esplorazione dell’ambiente di vita per mezzo dei cinque sensi, si avvia il processo di autoconoscenza e affermazione del sé.

In questa fase, gli stati d’animo e i comportamenti dei genitori, che rispondono alle sue prime necessità fisiologiche, di sicurezza e affettive, influenzano notevolmente l’equilibrio psico-emotivo del neonato. 

Il ruolo dell’amore nel corretto avvio dello sviluppo del bambino

Secondo Fromm, l’amore è la manifestazione di un diverso modo di sentire una connessione profonda con il , e nel bambino assume un diverso significato in relazione alle credenze e al modo di stabilire una relazione con i genitori. 

In loro, egli riconosce la divinità e, a seconda del tipo di relazione instaurata, gli attribuisce una percezione di tipo autoritario, permissivo, sottomesso, amorevole.

Fin da quando nasce, il bambino consolida il suo modo di concepire l’amore verso se stesso e le altre persone, in funzione del rapporto che ha con la madre ed il padre.

Infatti, più o meno consapevolmente, tutti i genitori generano nel figlio delle credenze o schemi mentali ben radicati.

Questi meccanismi influenzano la sua percezione della realtà interiore, la sua personale filosofia di vita e, fin dai primi momenti di socializzazione, il suo modo di concepire il mondo esteriore.

Così, a seconda delle modalità con cui riceve amore, il bambino sviluppa la propria personalità.

Essa potrà rivelarsi stabile o insicura, ansiosa o razionale, sottomessa o libera, impulsiva o ragionevole, immaginativa o realista, ottimista o pessimista, introversa o estroversa, autonoma o dipendente nelle azioni, nelle interazioni e nelle scelte di vita.

In questo modo, egli riceve un incoraggiamento oppure viene ostacolato nel suo personale cammino verso l’auto-realizzazione.

L’impronta dell’intervento educativo del genitore

Nelle aree più primitive del cervello, le reazioni emotive-comportamentali più istintive sono già associate agli stimoli esterni fin da prima della nascita.

Per esempio, fuggire o chiudere gli occhi dinanzi ad un rumore improvviso, portare alla bocca un oggetto colorato o profumato, ed altre. 

Questi comportamenti sono osservabili dal momento in cui il bambino inizia la sua esplorazione del mondo circostante. 

Successivamente, l’esperienza emotiva suscitata dagli eventi viene condizionata dalle modalità con cui avviene l’intervento educativo del genitore. 

Immaginiamo quale potrebbe essere la reazione del genitore se il bambino dovesse rompere accidentalmente un vaso pregiato. 

Si arrabbierà e lo punirà per aver giocato con la palla nel soggiorno? Oppure lo sgriderà facendolo sentire giudicato per la sua azione maldestra? 

O, auspicabilmente, lo guarderà negli occhi mettendosi sul suo stesso piano visivo per dialogare con lui affinché comprenda le conseguenze negative del suo comportamento inappropriato?

Ognuna di queste reazioni, se ripetuta e confermata nel tempo, genererà una diversa impronta emotivo-comportamentale nello sviluppo della personalità del piccolo.

La progressiva conoscenza di sé e la differenziazione dai pari

Nel periodo della scolarizzazione, il bambino affronta una duplice sfida.

Da una parte, si rapporta con coetanei diversi da lui per vissuto emotivo, capacità cognitive, abilità relazionali. 

In questa fase, egli approfondisce progressivamente la conoscenza di sé stesso attraverso il confronto e la differenziazione dai suoi pari. 

Dall’altra, comincia ad affrontare compiti che potrebbe trovare facili o difficili, o addirittura impossibili da svolgere.

Questo impegno su più fronti, lo sottopone ad un livello di stress che in alcuni casi può essere avvertito come frustrante o insopportabile. 

Tuttavia, questa percezione è migliorabile tramite appropriati rinforzi educativi e strategie socio-pedagogiche che coinvolgano l’intera famiglia.

Percorsi formativi per le famiglie

Secondo lo psicologo cognitivo J. Piaget, il successo nell’apprendimento è da attribuirsi alla sazietà affettiva

In altre parole, il corretto sviluppo cognitivo e relazionale del bambino si nutre delle emozioni, esperienze e valori assorbiti nel contesto familiare.

Per questo, è importante che le famiglie si preparino a svolgere al meglio il proprio ruolo educativo fondamentale e insostituibile con percorsi formativi socio-pedagogici che le aiutino a superare incomprensioni, antiche ferite, convinzioni limitanti.

In questo modo, potranno accompagnare il bambino nella costruzione della propria autostima, cioè di una buona immagine di sé stesso.

Così egli diventerà prima uno studente di successo, e poi un individuo vincente e socialmente integrato.

Un metodo innovativo e immediatamente applicabile

In questo campo, brillano per utilità ed efficacia le iniziative proposte dall’ente di promozione umana e sociale Accademia Europea CRS-IDEA.

Utilizzano un metodo socio-pedagogico innovativo e immediatamente applicabile, fondato su principi scientifici universalmente accettati ed una esperienza consolidata nel tempo.

Si rivolgono a chiunque voglia migliorare la propria situazione personale, familiare, scolastica o lavorativa, a partire dalla relazione con sé stesso.

Infatti, solo una famiglia adeguatamente formata e libera da inutili zavorre emotive, potrà aiutare il bambino a potenziare le proprie risorse e realizzare i propri obiettivi scolastici e personali.                                                                                                                                                                                                                                         

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