Il solstizio d’inverno e la necessità di un’illuminazione interiore

Un evento cosmico dal grandissimo valore simbolico

Anno dopo anno, a partire dagli ultimi giorni di novembre, entriamo a passo sempre più svelto nel clima festoso, mondano, quasi chiassoso del nostro Natale. 

Le nostre abitudini di consumo si intromettono nelle tradizioni religiose, la voglia di evasione si confonde con il desiderio di stare insieme alle persone che amiamo.

Per questo, risulta difficile trovare il tempo per soffermarci a riflettere su quello che di straordinario accade in questi giorni: il solstizio d’inverno.

Si tratta di un evento cosmico che da sempre ha un grandissimo valore simbolico in tutte le tradizioni primordiali.

Infatti in questo periodo, così come nel mondo occidentale celebriamo la nascita di Cristo, moltissimi altri popoli hanno sempre celebrato la nascita delle entità divine a cui è dedicato il proprio culto.

Una celebrazione condivisa da tutto il mondo

Dal Nord Europa al Caucaso, dall’Africa alle Americhe, dal Medio Oriente alla Cina, il solstizio d’inverno è la cornice temporale di innumerevoli ricorrenze sacre.

Per esempio, in Persia si celebrava il dio guerriero Mithra, detto il Salvatore, anch’egli partorito da una vergine.

Invece, a Babilonia si acclamava il dio Tammuz, unico figlio della dea Istar, rappresentato tra le braccia della madre, con un’aureola di dodici stelle intorno al capo.

Inoltre nell’antica Grecia, in questi giorni aveva luogo un rituale di festa in onore della rinascita di un “dio bambino”, Dioniso, fortemente collegato alla terra e alla natura. 

Anche a Roma, cuore di una civiltà pur pagana come quella greca, in una data compresa tra il 21 e il 25 dicembre, si glorificava una rinascita, quella del sole.

Questa ricorrenza era proclamata Dies Natalis Solis Invicti, dal latino: giorno della nascita del sole invitto, cioè che non viene mai sconfitto. 

L’eterna vittoria della luce sulle delle tenebre. 

Questa data magica appartiene quindi alla spiritualità di tutte le religioni del mondo, anche se, naturalmente, ognuna di esse la festeggia in una forma diversa.

Per questo, è utile riflettere su cosa accade davvero in questi giorni, abbracciando anche solo per un istante una visione più ampia di quella che la nostra tradizione ci insegna.

Il Solstizio d’Inverno è un evento che si ripete periodicamente da miliardi di anni, prima della comparsa di ogni culto o religione, dell’uomo e di ogni altra forma di vita sulla Terra.

In questo giorno, la natura ci ricorda l’eterna vittoria della luce sulle delle tenebre. 

Infatti il 21 dicembre la Terra si posiziona in modo che il Sole tocchi il punto più basso del cielo: da questo momento in poi, le ore di luce aumenteranno ogni giorno fino al prossimo 21 giugno.

La necessità di un’illuminazione interiore

Proprio il fenomeno naturale e immutabile della luce che prende il sopravvento sul buio ha ispirato l’idea di associare questo giorno alla necessità di un’illuminazione interiore.

Questo perché da sempre, l’essere umano ha cercato di trovare una luce che potesse illuminare il proprio cammino di vita, in modo da fargli vivere una esistenza piena e soddisfacente.

Ma l’esperienza ci insegna che molto spesso restiamo incatenati alle nostre abitudini, anche quando ci impediscono di raggiungere la felicità.

Oppure, altre volte ci affanniamo nella ricerca del nostro benessere all’esterno, cioè nei beni materiali, altre persone, o in uno status sociale.

È difficile trovare la felicità dentro di sé, ma è impossibile trovarla altrove.

Arthur Schopenhauer

Per questo, l’augurio che faccio ai lettori di Mente Amica è trovare la propria felicità, magari utilizzando consapevolmente il proprio tempo applicando le tecniche di Dinamica Mentale Somatopsichica.

È un affascinante viaggio sulla strada della propria auto-realizzazione, che  l’Accademia Europea distribuisce da oltre cinquant’anni a tutti i suoi iscritti.

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