Restiamo insieme

Il periodo che stiamo vivendo sembra offrire, malgrado le difficoltà della situazione, tempo e occasioni per coltivare studi, ricerche, letture, hobby, riflessioni, ascolto di sé, meditazione. Sembra, dico, perché in realtà tutto fa pensare che pochi riescano sfruttare in questo modo la situazione.

E anche quei pochi scontano una propensione all’ansia e alla tensione che per molti diventa agitazione incontenibile, scontentezza profonda, malessere, tendenza al confronto, allo scontro, aggressività, permalosità, continua ricerca di qualcuno a cui dare la colpa di tutto, o almeno di qualcosa, e molto altro ancora.

“Le persone sembra siano diventate più cattive”, mi diceva giorni fa una mia amica, parrucchiera di professione. Le fanno eco i fatti di cronaca, le cattiverie gratuite e feroci dei social, le affermazioni fuori controllo dei politici che pure dovrebbero, in un frangente tanto grave, saper dimostrare equilibrio e serietà.

È come se, al di sotto delle più che comprensibili buone ragioni, prendesse forma un malessere più vasto, fatto di rimossi, pensieri, emozioni, stati d’animo trascurati, sommersi dalle corse, dalla fretta, dalla presuntuosa certezza di essere padroni della propria vita.

Anche per noi, dotati di tecniche di rilassamento tanto efficaci, può essere difficile cavalcare indenni le ondate di paura che il mondo circostante, anche deliberatamente, ci ha versato addosso e gestire timori, insicurezze, emozioni lasciati crescere indisturbati : rilassamenti affrettati, magari anche saltuari, veloci discese e risalite, tanto si stava mediamente bene.

Per i tempi difficili, oltre che per vivere bene il tempo felice, i vecchi coordinatori di una volta, per intenderci quelli refrattari agli “effetti speciali”, proponevano immancabilmente rilassamento, auto immagine, lente “pascolate” nella scena di natura e quell’attento ascolto non giudicante della propria interiorità che consente, negli anni, di individuare i nostri punti deboli, così da impostare salutari ed efficaci esperienze sintetiche.

Forse siamo ancora in tempo, visto che la pandemia non volge a rapida soluzione e sta impietosamente dimostrando la nostra fragilità, la vacuità di molte ambizioni, desideri, bisogni, insieme alla possibilità di nuove e profonde consapevolezze, di meravigliosi momenti di intimità non solo con i nostri cari, ma anche con noi stessi, non da imperiosi vincenti come andava di moda, e nemmeno da aggressivi perdenti, come accade spesso ora, ma da esseri sì incerti, vulnerabili, senza rassicuranti certezze, tuttavia capaci di stanare le nostre paure, riconoscerle e aprici ad un sereno contatto con noi stessi.

Le riunioni mensili, i corsi base rifrequentati, i corsi di approfondimento di Dinamica Mentale ci hanno aiutato per tutti questi anni a rimanere vigili e consapevoli, attivamente impegnati. Ora tutto questo non è possibile: possiamo solo cercare di starci vicini virtualmente, in rete, di tenere ripulito il nostro mondo interiore con una assidua frequentazione dei nostri livelli soggettivi, usando bene e continuativamente le tecniche mentali.

Possiamo anche comprendere che” il prato dell’amore”, anche nei nostri centri di studio e nell’Accademia, è una felice e bellissima utopia, da coltivare con quella determinazione che si fonda sulla costante, quotidiana pratica dell’incontro con se stessi, necessaria per tenere il più possibile pulito almeno il proprio mondo interiore.

Siamo in cammino, incompiuti. Nessuno di noi per fortuna è un prodotto finito, e conosciamo bene quelle brutte bestie che Marcello considerava le malattie dell’umanità, sempre in agguato e pronte a farci soffrire nei più diversi modi. Orgoglio, presunzione, perbenismo, e ignoranza, messa qui per ultima solo per precisare che non si tratta di un fenomeno culturale, ma della mancanza di consapevolezza e di conoscenza della complessità delle situazioni, della delicatezza dei sentimenti, della potenza delle emozioni inconsapevoli, della forza distruttiva dei pensieri, oggi troppo spesso alimentati dall’odio.

Mai come ora si avverte l’urgenza di una distribuzione di massa di tecniche di rilassamento, non solo per tenere sotto controllo lo stress, ma anche per tornare in contatto con noi stessi e stabilire rapporti più sinceri, rispettosi, attenti; per scoprire la bellezza e l’importanza di quanto la vita ci consente e poi si porta via così che altro possa illuminare le nostre giornate.

Oggi più che mai il Metodo di Dinamica Mentale appare unico, sorprendente, sempre attuale, efficace, praticabile, privo di controindicazioni, adeguato alla realtà odierna, completo nelle sue possibili applicazioni: metodo che ogni persona può sperimentare in modo autonomo ed autosufficiente, secondo le sue necessità e i suoi progetti, utilizzando le tecniche mentali come supporto autoeducativo.

La “pausa di riflessione” imposta dal Covid ci consente di comprendere meglio quanto sia prezioso questo “strumento” che abbiamo la fortuna di possedere, e quanto utile sia approfondirne gli aspetti, fondamentale diventarne sempre più esperti fruitori, così da accrescere la fiducia nella nostra mente e diminuire l’influenza del negativo che ci assale.

Questo ci rende anche più consapevoli dell’importanza dell’Accademia, della sua “portata sociale”, dell’ importanza della nostra presenza come soci, gambe e braccia necessarie alla realizzazione del Progetto Permanente di Psicocibernetica e benessere somatopsichico.

Se continueremo insieme questo cammino costruttivo e liberatorio con la costanza e l’umiltà necessarie, attenti e consapevoli, avremo sempre sufficienti risorse per riprenderci dai colpi della vita. Questo auguriamo, in questo difficile momento, a ciascuno di noi e all’Accademia.

Proprio con la nostra presenza costante e generosa anche l’Accademia può ritrovare la pienezza della sua fondamentale funzione di sostegno, così come è accaduto altre volte in passato, dimostrando una felice capacità di resilienza.

Grazia Cagnoni
con gli istruttori di Dinamica Mentale:
Fausta Ferrari, Paola Ferraro, Aldo Frandi,
Romina Mazzoleni, Mauro Sarti,
Giancarlo Tosetto, Gianluigi Tregnaghi.

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