La dimensione umana dell’imprenditore

Fare impresa ai nostri tempi, soprattutto in questo particolare momento storico, rappresenta una sfida molto impegnativa.

Da sempre, gli imprenditori creano e commercializzano prodotti e servizi offrendoli al mercato secondo schemi, valutazioni, studi di marketing, calcoli, analisi costi/benefici.

In effetti, tutta questa serie di variabili è basata su specifiche conoscenze accademiche, oppure apprese sul campo, o anche attraverso una formazione che, il più delle volte, è squisitamente nozionistica. 

Di conseguenza, perseguono uno sviluppo dell’azienda basato quasi esclusivamente su performance numeriche come aumenti di fatturato e di utili: molte volte queste strategie proiettano l’impresa in un mercato secondo delle logiche ciniche

In ogni caso, questa preparazione tecnica dell’imprenditore è certamente importante. Infatti quando manca, lo stesso imprenditore diventa una persona da formare sotto quest’aspetto.

Oggi però queste competenze, seppur necessarie, non sono più sufficienti: l’evoluzione del mercato e dell’intero sistema sociale chiede con sempre maggiore urgenza che l’imprenditore ne sviluppi altre, ugualmente importanti.

Le competenze trasversali

Infatti attualmente, nel mondo del lavoro in generale e delle imprese in particolare, si parla sempre più spesso delle soft skills, cioè le cosiddette competenze trasversali. Esse comprendono alcune qualità che il professionista, l’imprenditore o il lavoratore, dovrebbe possedere per svolgere meglio i suoi compiti. 

Queste caratteristiche vanno dall’autonomia all’autostima, dalla capacità di lavorare in team alla leadership, dal problem solving alla capacità di interpretare il mercato intuitivamente, dalla capacità di adattamento alla resilienza intesa in senso lato, e molte altre.

Quindi, ogni attività imprenditoriale non dovrebbe essere vista solo come una fonte di reddito, ma soprattutto come un sistema di attività volte alla soddisfazione dei bisogni del mercato, cioè di una comunità di persone.

Lo sviluppo riguarda tutti

Da questo punto di vista, un imprenditore che voglia svolgere adeguatamente il suo compito, sa che non basta più conoscere le regole tecniche del mercato: ha bisogno soprattutto di comprendere il proprio ruolo all’interno della comunità, per interpretare  l’evoluzione dei bisogni dei suoi membri.

Ecco che nel mondo odierno le soft skills diventano competenze primarie: per leggere oltre i numeri e rendere il proprio prodotto/servizio realmente utile, occorre esercitare la propria creatività, l’intuito e l’intuizione.

Sviluppare ed affinare queste abilità significa innanzitutto guardarsi dentro e comprendere che una crescita sana della propria azienda è strettamente legata al miglioramento che la comunità ottiene attraverso la propria attività.

La Dinamica Mentale in azienda 

Nella mia esperienza, lo strumento più efficace in questo senso sono le tecniche di auto-miglioramento e sviluppo personale proposte dal metodo di Dinamica Mentale.

Ho cominciato ad applicarle oltre vent’anni fa e mi hanno aiutato ad  intraprendere e gestire la mia attività con sempre maggiore successo.

Oggi vivo quotidianamente la mia azienda come un sistema formato da persone, ciascuna  con un proprio vissuto, un modo di vedere la realtà, ed un proprio stili di pensiero.  

Proprio grazie a questa diversità, circola e fluisce una vibrazione di energia sempre nuova che contribuisce a rendere la mia impresa uno strumento per soddisfare le necessità e realizzare i sogni dell’intera comunità a cui appartiene.