La spiritualità: un’altra forma di conoscenza

Durante la nostra esistenza, da quando usciamo dal grembo di nostra madre, il mondo ci appare in modo sempre più completo. 

Nella vita intrauterina, infatti, la nostra conoscenza era legata essenzialmente all’olfatto, all’udito e al tatto con cui abbiamo iniziato ad esplorare la realtà e a costruire i nostri primi punti di riferimento. 

Ogni odore, suono o oggetto ci ha consentito di costruire la prima mappa, di orientarci all’interno di essa, di collegare gli elementi intorno a noi e di poterli riconoscere.

L’evento della nascita ha aggiunto una capacità in più: ci ha consegnato il dono della vista che ci ha messi in grado di essere un po’ più autonomi e di distaccarci sempre di più dalla conoscenza diretta data dal contatto.

Grazie ad essa infatti, siamo diventati molto più padroni delle nostre scelte e dei nostri comportamenti al punto che l’abbiamo fatta diventare la corsia preferenziale della nostra conoscenza abbassando leggermente l’intensità degli altri sensi per recuperarla solo nel momento del reale bisogno.

È però importante e necessario essere consapevoli che tutte le facoltà di cui abbiamo fatto esperienza sono utili in egual misura alla nostra crescita e al nostro progresso; è proprio l’armonia delle parti che ci consegna la realtà in modo completo e totale e che ci consente anche di tenere accesa la spia della curiosità.

Se la conoscenza che tu possiedi non t’insegna nulla del valore delle cose, e non ti libera dalla schiavitù della materia, mai ti accosterai al trono della Verità.

Khalil Gibran

Ma la nostra vita si ferma solo alla conoscenza che proviene dalla materia?

Certamente, l’esperienza diretta delle cose costituisce un saldo fondamento della nostra esistenza ma questo non basta a sé stesso per consegnarci esattamente tutto ciò di cui abbiamo bisogno.

Ciascuno di noi possiede anche un’altra capacità molto importante che spesso viene relegata in un angolo nascosto della nostra persona che gode di una fondamentale importanza accanto alla conoscenza empirica.

Questo altro volto della conoscenza ha radici molto più profonde all’interno del nostro io e ci offre l’opportunità di superare il dato materiale e di volgere lo sguardo oltre il dato visibile.

Essa ha un oggetto metafisico e una prospettiva universale: intende impegnare l’uomo nella ricerca intensa del senso di vivere, lo interroga sulla sua identità autentica, sulla sua origine e sulla missione che intende compiere durante la sua presenza nel creato.

La conoscenza spirituale intende offrire all’uomo le linee guida etiche, i riferimenti morali e arricchire di sentimenti, emozioni, valori ed ideali l’universo che egli già conosce attraverso l’esperienza dei sensi.

Quale è la gioia più grande di una persona illuminata? Incontrarsi con un altro illuminato e poter parlare allo stesso livello, sperimentare il piacere di essere di fronte a qualcuno non per parlare di sé, ma per vibrare insieme sullo stesso registro.

Alejandro Jodorowsky

Potremmo quasi immaginarla come una competenza trasversale che investe l’uomo in ogni luogo, tempo e cultura e gli pone di fronte un orizzonte da scoprire dove può ritrovare le sue aspirazioni e utilizzarle per sviluppare un atteggiamento responsabile verso sé stesso, verso gli altri e verso il mondo di cui ne è la sostanza.

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