Coco di Disney Pixar e l’importanza delle radici

La pellicola d’animazione Coco di Disney Pixar, vincitrice di un premio Oscar, è ambientata in Messico durante il Dia de los Muertos, il giorno dei defunti che noi celebriamo il 2 novembre.

Racconta del giovane Miguel e del suo sogno di diventare un grande musicista, come il suo più grande idolo, Ernesto de la Cruz. 

Ma siccome nella sua famiglia la musica è assolutamente proibita, per inseguire il suo sogno Miguel non avrà altra scelta che fare un viaggio nel misterioso mondo dei morti.

Qui egli incontrerà Hector, uno scheletro con cui farà amicizia e che lo accompagnerà nella sua avventurosa traversata, aiutandolo a superare molti ostacoli e condividendo paure ed emozioni.

Questo viaggio porterà Miguel a scoprire quali sono le sue radici; infatti, passo dopo passo, egli ritroverà tutti i membri ormai defunti della sua famiglia e scoprirà una verità sorprendente che lo sconvolge profondamente.

Una storia avventurosa incentrata sul tema del ricordo

Come la maggior parte dei film Disney, anche Coco si offre a due diverse interpretazioni.

Da una parte, è una storia avventurosa scritta per gli spettatoti più piccoli; dall’altra, è una straordinaria metafora del valore dei ricordi, dedicata al pubblico adulto.

Infatti, come recita uno dei brani della colonna sonora, proprio grazie ai ricordi manteniamo vive le persone che abbiamo amato e adesso non sono più con noi. 

Così, durante il Dia de los Muertos, gli abitanti della cittadina in cui abita il piccolo Miguel celebrano la memoria dei morti con doni simbolici, per evitare che scompaiano per sempre nell’aldilà. 

Ecco quindi che anche una semplice melodia può essere sufficiente per mantenere intatto questo ponte affettivo tra passato e presente, per non perdere la nostra intima connessione con le persone che non ci sono più.

Credere in sé stessi, e ritrovare l’armonia con le proprie radici per realizzare i propri sogni

La storia di Coco contiene molti messaggi in perfetta sintonia con i principi che ispirano i nostri percorsi di sviluppo personale.

Per esempio, quando c’è una passione, un impulso interiore molto forte che spinge a realizzare un proprio sogno, bisogna credere in se stessi e seguire il proprio cammino.

Oppure, l’amore vero e incondizionato, quello che favorisce la realizzazione dell’altro, dovrebbe essere alla base di ogni rapporto di coppia, famiglia o amicizia.

E ancora, non sempre ciò che appare è verità, e per questo bisogna essere sempre molto cauti con i giudizi; per esempio l’idolo di Miguel, il musicista Ernesto de la Cruz, in realtà era un uomo dal comportamento spregevole.

Un’ultima riflessione riguarda noi e il nostro rapporto con la nostra famiglia d’origine, le nostre radici, i nostri antenati. 

Siamo davvero consapevoli che dentro di noi abbiamo i loro geni? 

Quando non andiamo d’accordo o addirittura rifiutiamo uno o più persone della nostra famiglia entriamo in conflitto con una parte di noi stessi. 

L’accettazione, il perdono e la gratitudine per i loro doni sono gli strumenti per vivere meglio con noi stessi e trovare una nuova armonia con i nostri cari.


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