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Il rilassamento: l’arte di ascoltare sé stessi

Qualche giorno fa, mio cugino Luigi mi ha mostrato con orgoglio il suo ultimo acquisto: un bellissimo divano in eco-pelle, che aveva posizionato nel seminterrato, davanti ad una TV di almeno 60 pollici. 

Dopo avermelo mostrato, ha pronunciato una frase che mi ha fatto molto pensare: “È qui che vengo a rilassarmi a fine giornata”.

Luigi è stato direttore generale di una banca piuttosto importante, e ora è in pensione: per lui, come per la maggior parte delle persone, rilassarsi vuol dire mettersi comodo davanti ad uno schermo acceso. 

Altri ascoltano musica, leggono un libro, oppure scorrono la bacheca del proprio smartphone; altri ancora -specialmente i più giovani- dicono di rilassarsi facendo sesso; c’è anche chi, in momenti di particolare stress, decide di andare a dormire, anche se poi si sveglia più stanco di prima. 

In realtà, tutte queste attività, anche se danno l’impressione di essere pratiche di rilassamento, costituiscono solo una distrazione e per questo rappresentano un ulteriore lavoro per il nostro sistema corpo-mente.

Rilassarsi significa comprendere sé stessi

Durante la giornata, capita spesso di procurarci una piccola ferita sulla pelle, un graffietto innocuo più o meno profondo al quale quasi non facciamo caso.

Invece la sera, quando abbassiamo il nostro livello di attenzione alle attività esterne, la piccola ferita comincia a pulsare, e la sentiamo molto di più.

Successivamente, durante il sonno, il nostro organismo continua a lavorare per riportare in perfetta salute tutto il nostro essere, così come è stato programmato.

Infatti, il nostro corpo è progettato per la salute psicofisica, anche se spesso opponiamo a questo processo quotidiano di rigenerazione una serie di ostacoli, di cui nemmeno siamo consapevoli. 

Per dirla tutta, non sappiamo come fare a rilassarci correttamente, cioè ad ascoltare e comprendere noi stessi.

Il rilassamento come pratica quotidiana per migliorare la vita personale, relazionale, lavorativa.

Ma allora come si fa a rilassarsi per davvero? 

Chi conosce e mette in pratica le tecniche di rilassamento proposte dalla Dinamica Mentale Somatopsichica, sa bene che rilassarsi significa mettersi in ascolto del proprio corpo, e magari anche delle proprie emozioni. 

Infatti, gli esercizi di rilassamento di Dinamica Mentale si fondano sul rispetto e la valorizzazione dell’individualità della singola persona.

In altre parole, siamo diversi gli uni dagli altri, e cambiamo a seconda del momento che stiamo attraversando.

Per questo, abbiamo bisogno di una tecnica di rilassamento che ci aiuti ad ascoltare la nostra voce interiore, e a portare l’attenzione laddove è più necessaria in quel momento. 

Così, le tecniche di rilassamento proposte dalla Dinamica Mentale Somatopsichica, sono una pratica quotidiana davvero utile in tutti i contesti.

Questa capacità di sviluppare l’ascolto per se stessi è importante per migliorare tutti gli aspetti della nostra vita: personale, relazionale, lavorativo.

Infatti, più ascoltiamo noi stessi e più siamo capaci ad ascoltare e comprendere gli altri. 


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La Dinamica Mentale nelle organizzazioni lavorative

In qualsiasi tipo di azienda le attività formative sono necessarie al suo funzionamento, sia che si rivolgano a chi opera in produzione, sia a chi fornisce il proprio supporto in ufficio.

Alcune sono obbligatorie, dettate dalle “leggi vigenti”, altre derivano dalla corretta applicazione e implementazione di “norme volontarie”, altre ancora sono il frutto dei piani di sviluppo che l’azienda intende perseguire.

Legislazione obbligatoria e normativa di conformità

Evitando di entrare troppo in tecnicismi, in citazioni e richiami di leggi e di norme, è necessario chiarire che in questo contesto, per “norme” intendiamo degli standard internazionali di adozione volontaria, mentre per “leggi” le regole imposte dalle autorità costituite.

Se un’organizzazione aziendale adotta una norma e non ottempera ai dettami che contiene, risulta “non conforme” e per questo non ha diritto a fregiarsi di un certificato (una sorta di bollino internazionalmente riconosciuto) che la rappresenti sul mercato come azienda che:

  • opera migliorando di continuo la qualità dei propri processi e servizi, oppure
  • tiene sotto controllo i propri aspetti e impatti ambientali, o ancora
  • cerca di migliorare costantemente le condizioni di salute e sicurezza nei luoghi di lavoro,

o altre prerogative che derivano dall’impegno della direzione in ulteriori campi.

Se invece l’organizzazione aziendale non rispetta una legge, le viene applicata una sanzione che può prevedere persino l’arresto. Quindi i piani formativi aziendali derivano sia dalle leggi sia dalle norme, ma soprattutto dagli obiettivi che l’organizzazione intende perseguire.

Tra le formazioni obbligatorie previste dalle leggi, quelle relative alla sicurezza sul lavoro sono di primaria importanza, soprattutto perché ne viene pesantemente sanzionata la mancata erogazione.

I benefici della Dinamica Mentale nella formazione dei lavoratori

La diffusione in azienda delle tecniche di Dinamica Mentale, per il sol fatto che producono sugli individui effetti immediati di consapevolezza corporea e spaziale, permetterebbe di far comprendere con immediatezza ai lavoratori che la sicurezza sul lavoro, il rispetto per l’ambiente e il continuo miglioramento dei processi produttivi, partono da dentro, da ognuno di noi.

Il programma legislativo di formazione sulla salute e sicurezza sul lavoro, approvato dalla Conferenza Stato Regioni, ha previsto, tra l’altro, per alcune delle figure responsabili del Servizio di Prevenzione e Protezione, un momento specifico da dedicare alle tecniche di comunicazione, in tali sessioni ci si occupa di fornire soprattutto degli strumenti per conoscere, progettare e gestire i processi di comunicazione nella sicurezza.

In questo contesto risulterebbe efficacissimo proporre la tecnica del rilassamento che non solo facilita l’intuizione delle potenzialità nascoste, ma permette anche di sviluppare tutta una serie di comportamenti vantaggiosi alla propria e all’altrui sicurezza.

Stimolare la creatività per migliorare l’efficienza

Che dire poi del secondo gradino, assolutamente necessario in un’organizzazione lavorativa: “l’esperienza sintetica”, basata sull’immaginazione creativa. Pensate che un lavoro, qualsiasi lavoro, sia arricchito da un preventivo passaggio mentale, che cosa accadrebbe?

Ricordo la paura di mio nipote Marco: eravamo al mare e il piccolo Marco, oggi studente in medicina, prossimo alla laurea, aveva desiderio di una merendina, ma c’era un ostacolo: temeva fortemente di salire da solo le scale che l’avrebbero portato al piano superiore della casa dove si trovavano le merendine.

Quando me lo confidò, io semplicemente gli dissi di chiudere gli occhi e di immaginarsi che saliva la prima rampa, poi che si fermava sul pianerottolo, quindi che saliva la seconda rampa di scale. Non appena Marco ebbe finito il suo esercizio d’immaginazione, aprì gli occhi e mi guardò con aria complice, nel suo sguardo si leggeva: “allora ce la posso fare, l’ho già fatto!”

Non solo fece le scale tutte d’un fiato, ma le ridiscese in autonomia, soddisfatto con la sua merenda in mano. Aveva solo quattro anni.

Nelle aziende oggi vengono proposti, e a costi altissimi, tanti corsi di diverso genere, tutti finalizzati alla produzione, nessuno che si occupi degli individui, o meglio che permetta agli individui di occuparsi di sé stessi, cosa che invece farebbe crescere l’organizzazione in creatività ed efficienza.

L’importanza di una formazione finalizzata alla crescita dell’individuo.

Tanti quindi sono i corsi necessari al funzionamento di una struttura aziendale, ma che io sappia, nessuno di essi è rivolto al miglioramento delle singole unità, delle singole “risorse umane” come si dice oggi nel gergo operativo.

Una volta si usava dire “i dipendenti” nel senso di dipendere da qualcuno, da qualcosa, oggi oggettivizziamo le personalità chiamandole “risorse”, lo stile mi sembra tanto quello del “finanziamento a fondo perduto” che in realtà è tecnicamente un “finanziamento in conto capitale” che è ben diverso dal perdere del danaro.

Mi auguro davvero che si possa concretamente realizzare un più ampia diffusione della Dinamica Mentale nelle aziende in modo che la formazione sia finalizzata realmente all’essere umano, risorsa fondamentale per ogni processo produttivo per un equilibrato sviluppo delle potenzialità interiori di ogni operatore, a beneficio di una dimensione aziendale maggiormente consapevole e umana.