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Come ho trasformato il mio dolore in un dono

Strategie di sopravvivenza

Ho sempre avuto una bassissima soglia del dolore, sia fisico che emotivo, mentale e spirituale e questa, forse, è stata la mia più grande fortuna.

Perché purtroppo al dolore ci si abitua, si impara a conviverci e a trovare strategie di sopravvivenza; si impara a giustificare la follia in cui si vive, lasciandosi ingannare  dal un’apparenza di normalità a cui si finisce per credere.

Il pensiero più accettabile

Anche se non ne sono stata consapevole fino ai miei 27 anni, sono cresciuta con una mamma alcolista: dolce e premurosa al mattino, violenta e fuori di testa quando tornavo da scuola.

Per anni ho visto mia mamma bere, ho visto la follia intorno a me, eppure non riuscivo a collegare quello che succedeva, all’alcol. 

Dopotutto si sa, tutti bevono, cosa c’è di male?

Ero convinta che gli alcolisti fossero quelli dei film: si rotolano per terra, non lavorano e sono un peso per la società. 

Non sapevo ancora che invece esistono tantissime forme di alcolismo, spesso molto subdole, e soprattutto pensavo che un problema come questo non sarebbe mai toccato alla mia famiglia, a mia madre.

Così, col tempo ho cominciato a pensare di essere io quella sbagliata: credere che fosse tutta colpa mia era sicuramente più accettabile e meno doloroso. 

Un vortice che travolge tutti

L’alcolismo non danneggia solo la persona che beve, ma colpisce duramente anche i familiari che cominciano presto ad essere ossessionati da quello che fa l’alcolista. 

Infatti, vogliono aiutarlo a tutti i costi, e per questo cercano di controllarlo, convincerlo a smettere, si preoccupano, pregano, si arrabbiano, minacciano, diventano persino violenti.

In questo vortice di follia che non risparmia nessuno, l’alcolista beve sempre di più e i suoi familiari, senza rendersene conto, perdono il controllo persino di sé stessi. 

Questo facevo io con mia madre, ma non volevo, o forse non ero ancora pronta ad ammetterlo.

Un problema molto più grande di me

Vivere con un alcolista significa vivere nello schifo, nella paura e nella vergogna costante. 

Io mi vergognavo di tutto: di me stessa, della mia casa e soprattutto dei miei genitori: odiavo mio padre per i suoi tradimenti e mia madre perché continuava a bere, ma allo stesso tempo li amavo e avrei voluto aiutarli.

Ma il problema era molto più grande di me, e così fallivo ad ogni tentativo: vomitavo quasi tutto quello che mangiavo, e soffrivo di terribili attacchi di emicrania per la paura e la tensione continua.

Da piccola, cercavo di compensare quella vita incontrollabile dedicandomi con tutta me stessa allo studio e allo sport; poi, quando sono cresciuta, sono caduta nella trappola di cercare relazioni con persone anch’esse problematiche perché dipendenti dall’alcol o altre sostanze.

Avevo bisogno di sentirmi utile, ma tutte queste esperienze non facevano altro che farmi stare ancora più male ed aumentare il mio senso di fallimento. 

Mostravo tutti i sintomi del mio essere figlia di un’alcolista o, come si dice, del mio co-alcolismo e della mia co-dipendenza.

Infatti, anche se non ho mai bevuto, la mia salute mentale era seriamente in pericolo. 

Avere un ruolo consapevole

Per scappare da tutto questo, sono andata via di casa giovanissima, ma mi sono portata dietro tutta me stessa, il mio dolore, confusione e follia. 

Poi, ho cominciato a capire che avrei potuto avere un ruolo più consapevole in tutto quello che mi capitava, che non poteva dipendere tutto dal caso o della sfortuna, e così ho smesso di sentirmi una vittima. 

Molto presto ho riconosciuto che, al di là della mia famiglia, toccava a me risolvere i miei problemi, che erano solo miei. 

Per prima cosa, ho smesso di incolpare gli altri, soprattutto i miei genitori, e ho iniziato a prendermi la responsabilità di chi ero e di cosa facevo e a desiderare con tutta me stessa una vita diversa. 

Volevo cambiare, ma ho capito subito che da sola non ce l’avrei fatta. 

Il supporto di un gruppo con cui condividere

Così, ho cercato un aiuto specifico nei gruppi di sostegno ai familiari degli Alcolisti Anonimi e, attraverso l’accettazione dell’alcolismo come malattia, della mia impotenza e del fatto che non potevo fare nulla per mia madre, ho cominciato a rinascere e a guarire.

Per me, risalire non è stato facile, ma ce l’ho fatta.

Il supporto di un gruppo di persone con cui condividere le fatiche e le vittorie, è stato importantissimo: più guarivo e più avevo voglia di benessere. 

Dieci anni dopo, quando ero pronta ad un ulteriore salto di crescita e consapevolezza, ho incontrato la Dinamica Mentale.

Oggi riconosco che l’esperienza dell’alcolismo, nonostante tutto il dolore che ha causato a me e alla mia famiglia, è stata in realtà un grandissimo dono. 

Infatti, è stata la molla che mi ha spinto ad iniziare un percorso di rinascita, guarigione e crescita spirituale, che altrimenti non avrei intrapreso e portato avanti così intensamente.

Oggi, a 50 anni, continuo il mio percorso negli Alcolisti Anonimi per avere sempre più consapevolezza dei meccanismi perversi delle dipendenze e delle co-dipendenze, per migliorare la mia vita e per essere disponibile per le persone nuove che arrivano in cerca di aiuto.

Contemporaneamente, continuo a utilizzare gli strumenti della Dinamica Mentale per connettermi sempre più profondamente alla mia parte spirituale.

Coltivare la gratitudine

La vita mi ha regalato tanto: una famiglia, un marito, due figli. 

Ho avuto la fortuna di avere un lavoro appassionante che per anni mi ha portata a viaggiare e vivere in Italia e all’estero, facendo esperienze meravigliose. 

Ma la più straordinaria di tutte è stata il percorso di liberazione dalle mie prigionie, alla ricerca della libertà personale: siamo nati per vivere in pienezza, dipende solo da noi trovare la strada per conquistarla e mantenerla. 

Infatti, un percorso di recupero e di crescita personale non ci risolve automaticamente  i problemi della vita, ma ci dà gli strumenti giusti per affrontarli.

E questo mio grande desiderio di salute e di benessere è un dono che ancora oggi custodisco come una delle cose più preziose che ho, e continuo a pregare, impegnarmi e coltivare la gratitudine per conservarlo sempre più sano e forte.

lettera firmata


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Un grande cambiamento da scrivere un po’ alla volta

Il primo passo per viaggiare leggera

Il vento che mi ha portato a cambiare completamente la mia vita è così radicale che non so esattamente da dove abbia iniziato a soffiare.

Forse da un’insoddisfazione di fondo, una brezza leggera, ma che bussava insistentemente per farsi sentire, mi chiedeva di dare una svolta decisa.

Il primo passo per viaggiare leggera, è stato vendere la casa di famiglia, oramai troppo grande per me sola.

È stato più faticoso dal punto di vista pratico che emozionale, anche se i timori, le emozioni, le incertezze sono state molte. 

Svuotarla completamente coordinando vendite, regalie, uomini all’opera è stato fisicamente faticoso e stressante perché il tempo non era mai sufficiente. 

Bagni di arancione e immersioni nel giallo

In quei momenti, le tecniche di base di Dinamica Mentale mi sono state molto utili, non solo per rilassare rapidamente il corpo alla sera ed addormentarmi subito.

Infatti, per calmarmi quando mi sentivo irrequieta, facevo benèfici bagni di arancione.

Oppure, per mettere ordine e pace nella mia mente, mi concedevo le mie immersioni nel giallo, quando i miei pensieri diventavano troppi, concitati e disorientanti.

Così, ho sperimentato sul campo quanto sia importante sapere come fare per restare calma in quei frangenti, per sopravvivere alla tempesta interiore

E queste tecniche mi hanno aiutato anche a trasmettere la giusta serenità a mia madre, già comprensibilmente stressata e preoccupata nel vedermi affrontare una prova tanto impegnativa e dall’esito incerto.

Un nuovo capitolo della mia vita

Ultimate le faccende burocratiche relative alla casa, sono partita per la mia vacanza senza data finale stabilita.

Così ho cominciato questo nuovo, importante capitolo della mia vita che ho deciso di scrivere un po’ alla volta, senza conoscerne il finale.

Quando intraprendi sentieri sconosciuti ti accorgi di quanto sia utile rilassarti e frequentare il tuo laboratorio personale, per ascoltare cosa emerge dal tuo subconscio. 

Ora possiedo l’intima certezza di avere tante possibilità tra cui scegliere, sempre focalizzandomi su cosa voglio anziché su cosa devo fare. 

Questo è il momento di ascoltare me stessa e seguire quel che sento sia meglio per me, qui e ora

Cogliere al meglio le opportunità

Sono felice e grata perchè la mia situazione familiare, il mio lavoro, i miei risparmi mi permettono di prendermi questa pausa.

Voglio metterla a frutto per dare una nuova direzione alla mia vita, oppure per ritornare alle vecchie abitudini, ma con maggiore consapevolezza e gioia.

Tutto è in continua evoluzione e voglio imparare ad esserlo anch’io, per cogliere al meglio le opportunità che la vita mi presenterà. 

Sapere come gestire le mie emozioni e i miei pensieri è un grande bagaglio culturale da continuare a sviluppare strada facendo; mi è stato utile e lo sarà sempre di più.

Semplicità e lavoro senza fretta

Ora mi trovo nel Parco Nazionale dell’Albera, sui Pirenei Catalani, in una fattoria biologica. 

Ho scelto questo posto per sperimentare nuove abitudini lontano dalla città, imparare abilità tradizionali, lavorare senza fretta.

Infatti, qui posso continuare il mio lavoro normale online nelle ore più calde, e dedicarmi nelle canoniche ore fresche ad attività in contatto con la natura.

In questa fattoria, la musica di sottofondo è data dalle cicale, dal ronzio di qualche insetto (la zona è secca) e dal vento che attraversa le fronde di lecci e ulivi selvatici. 

Mi sveglio al canto del gallo e mi stendo spegnendo la candela, per non far violenza agli occhi con la luce artificiale.

Svolgo attività straordinarie, in armonia con le regole ed i ritmi di questo ecosistema.

Per esempio, sto imparando a raccogliere la legna nel bosco, tagliarla, riporla in modo ordinato, bagnare l’orto correttamente e raccoglierne i frutti nel momento migliore. 

Ho anche scoperto che polli, galline, galli, chiocce hanno esigenze diverse ed è importante trattarli in modo diverso

Sto cominciando a prendermi cura di vitellini, buoi, torelli, mucche allo stato brado e nel bosco.

Sono contenta di aver trovato questa struttura, impegnata nella salvaguardia di una razza bovina in via d’estinzione. 

Tutto questo è fantastico. 

Scoprire, passo dopo passo, la mia via

Qualche giorno fa stavo rileggendo gli appunti del mio primo corso di Dinamica Mentale del 2017 ed ho sorriso di cuore.

Infatti, tra gli obiettivi del corso avevo appuntato “frequentare persone di buona volontà”, “ampliare la mia libertà personale” e “far leva sulle mie risorse”. 

Oggi sento che qualcosa di concreto in questa direzione l’ho già ottenuto, anche se so di essere appena all’inizio. 

E di questo ringrazio gli incontri con il gruppo di Dinamica Mentale che mi sono stati veramente di grande aiuto per scoprire, passo dopo passo, la mia via.

Ripensando alla strada che ho fatto finora, mi torna alla mente una canzone del grande Frank Sinatra, e con cuore sereno vado incontro al giorno in cui anch’io potrò cantare “I did it my way!”

I’ve loved, I’ve laughed and cried
I’ve had my fill, my share of losing […]
To think I did all that
And may I say, not in a shy way […]
I did it my way
For what is a man, what has he got?
If not himself, then he has naught

Ho amato, ho riso e pianto
Ho avuto le mie soddisfazioni, la mia parte di sconfitte  […]
Penso a tutto ciò che ho fatto
E posso dire, senza timidezza  […]
Di averlo fatto a modo mio!
Per cosa esiste un uomo, che cosa possiede?
Se non sé stesso, egli non ha niente

Frank Sinatra, My Way, 1969

Elisabetta Pertot


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fiorire prima di appassire
Fiorire prima di appassire

Una vita assolutamente normale

È un giorno di maggio del lontano 2002. I computer esistono da pochi anni, i telefonini iniziano a farsi vedere, ma sono come scaldabagni. 

Faccio la contabile in un’agenzia marittima, mi chiamo Luisa, ho 30 anni e conduco una vita assolutamente normale e priva di guizzi: ufficio, palestra, moroso, pizza & cine nel weekend.

Un caro collega di Genova, al telefono, mi dice che ha deciso di licenziarsi per andare a vivere in Australia.

Per i prossimi due anni un po’ viaggerà , un po’ lavorerà. Dice che non sa bene cosa farà , ma sicuramente sarà una bella esperienza.

Per me, ricevere questa notizia è come veder partire il conto alla rovescia di una bomba ad orologeria che presto sarebbe esplosa!

Accuso il colpo. Una parte di me non lo accetta, non capisce perché qualcuno dovrebbe mai rinunciare al suo stipendio, alla sua casa, famiglia e amici, alle sue tranquillità e sicurezze.

Per andare dove? Dall’altro capo del mondo? A fare che? Non si sa! A cercare di parlare un’altra lingua? Senza conoscere nessuno? Ma perché? 

Tutto questo mi sembra follia pura!

Una scoperta dal profondo

Contemporaneamente, un’altra parte di me riceve un cazzotto in faccia e si sveglia da un torpore penetrato fin troppo dentro le ossa.

È quella parte di me che intravede avventure nuove, diversi paesaggi, gente differente, esperienze eccitanti, diverse possibilità, adrenalina! 

Onestamente, tutto ciò è esaltante, fi-ghi-ssi-mo!

Queste sensazioni tanto forti e contrastanti mi mandano in tilt, corto circuito, shock.

Mi alzo dalla scrivania e vado in bagno, chiudo la porta a chiave e apro le cataratte delle mie lacrime.

Inizia un pianto a dirotto che mi scuote con singulti che arrivano dal profondo della mia anima.

Scopro che c’è una sofferenza chiusa in me che non sapevo neanche di avere, e alla quale cerco di sottrarmi, ma è così forte e totalmente inaspettata che per qualche minuto prende il sopravvento.

Respiro a fondo. 

Una strana sensazione

Io sono abituata a non sentire, a non esprimermi e a mantenere il controllo. Inghiotto le lacrime e torno alla mia postazione davanti al computer, però i tasti non scorrono più facili come prima.

E dopo mezz’ora devo rinchiudermi in bagno, perché sono incapace di trattenere quelle lacrime più forti di me, quell’emotività così fragile che, accidenti a lei, non so da dove spunti e cosa voglia da me.

Così, trascorro due giorni intensi, fuori e dentro dal bagno, fuori e dentro da me. 

Chi sta piangendo veramente, e perché? Ho una strana sensazione sottopelle… è un sesto senso difficile da descrivere e accettare. 

È come se ci fosse una me del futuro che sta piangendo, e la ragione del pianto è perché sa che dovrà aspettare ancora troppi anni per poter uscire fuori allo scoperto.

Allora la ricaccio indietro. Sono brava a ingoiare, a farmi piacere ciò che non mi piace. Educatissima.

Dopo due giorni di tilt, cancello l’accaduto dalla mia mente cosciente, ritorno alla mia solita vita normale di sempre, priva di guizzi, come se non fosse successo nulla. 

Ufficio, palestra, moroso, pizza & cine nel weekend.

E via così per anni.

Il nostro seme interiore

Quando un seme, immobile e in quiescenza sotto la terra, viene innaffiato da acqua fresca, che il contadino lo voglia o no, viene attivato. 

Inizia il suo processo di germinazione e non c’è più modo di bloccarlo. Inevitabilmente cercherà la sua strada, si farà spazio tra terra e rocce alla ricerca del sole e, accidenti a lui, prima o poi sboccerà.

Fiorire prima di appassire. È tutto ciò che la vita ci richiede di fare, in realtà. 

È la spinta propulsiva del nostro seme interiore che, in ogni modo, cercherà di farsi strada: dipenderà da noi agevolare il suo cammino o mettergli i bastoni tra le ruote.

Per quanto mi riguarda, sono stata un contadino piuttosto insensibile e, anzi, molto intransigente col mio seme che cercava in tutti i modi di farsi largo tra le erbacce di una mente fin troppo razionale e rigida, controllora.

Nonostante tutto, sono riuscita a seguire un’infinità di corsi e attività che sono stati come il bastoncino che accostiamo alla piantina affinchè vi avvolga lo stelo, per farla crescere dritta.

Un percorso da accettare

Moltissimi di questi sono stati fondamentali per la mia crescita personale, in particolare il corso di Dinamica Mentale. Mi facevano crescere dritta, ma fungevano anche un po’ da anestesia e da via di fuga momentanea.

Sono stati anni formativi ma anche difficili. Sedici anni, per la precisione. 

E questo lo specifico per chi crede che il cambiamento avvenga sempre dall’oggi al domani, martirizzandosi perché crede che non sta facendo niente per cambiare e migliorare. Molto spesso, invece, il percorso è lungo e complicato e bisogna saperlo accettare.

Non tutti siamo vento, che velocemente passa, spettinando i prati. Né tutti siamo fuoco, che divampa rapido portando con sé luce e calore, ma anche stravolgimento e cenere. 

Alcuni di noi sono marea che altalena lenta e lambisce le scogliere, ma poi smuove gli oceani, da secoli.

Accogliere i desideri

La mia marea ha tracimato nel 2018, a 46 anni suonati. Quando da anni ormai non ne potevo più della vita ordinaria che stavo vivendo, ma non lo vedevo e non volevo accettarlo.

Accogliere i miei desideri è stata forse la parte più difficile. Accettare che la piantina, ora, poteva crescere senza essere più legata al bastoncino.

Mi sono licenziata, ho messo in affitto il mio appartamento e ho deciso di viaggiare, facendo lavori volontari in cambio di vitto e alloggio.

Attualmente vi scrivo dal Perù, villaggio di Ollantaytambo, ultimo pueblo inca a pochi chilometri da Machu Picchu. 

Qui dipingo murales (l’arcobaleno è sempre con me), lavoro talvolta in un negozio di artigianato, talvolta in un hotel. 

Negli ultimi 4 anni ho vissuto anche alle Canarie, dove ho avuto esperienze straordinarie, dando e ricevendo molto.

Un seme che finalmente sta sbocciando

Sto ancora cercando il mio posto nel mondo (geograficamente, ma non solo), ma almeno sono felicissima di provare nuove strade che mi arricchiscono, darmi nuove e stimolanti possibilità e essermi tolta di dosso quella spiacevole sensazione che la mia vita non collimasse con chi o cosa sono veramente!

Sono un seme che finalmente sta sbocciando e io per prima sono curiosa di vedere, alla fine, che pianta sarò stata.

Siate amorevoli con voi stessi. Io lo sono stata, dando finalmente ascolto e fiducia al mio seme che chiedeva solo di fiorire prima di appassire.

Con amore e gioia, buon percorso!

Luisa Flegar


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La creatività, quella forza propulsiva che determina il cambiamento

Operare al di fuori degli schemi consueti

Venendo oggi, facevo talune riflessioni sui motivi profondi che mi hanno spinto ad andare avanti in questo progetto iniziato 35 anni or sono.

Da quando ho cominciato a fare l’insegnante nelle scuole, mi sono resa conto che le metodologie usate erano del tutto inadeguate a preparare delle persone che dovrebbero essere proiettate alla comprensione delle nuove necessità incombenti sull’essere umano. 

Oggi l’universo si sta mostrando più complesso del previsto, e troppo folle per essere compreso dall’uomo. 

È giunto il momento che tutti ci diamo da fare per avviare le future generazioni ad acquisire la capacità di aumentare il quoziente d’intelligenza. 

Bisogna però operare al di fuori degli schemi consueti. Questo lavoro è urgentissimo! Occorrono sistemi di accelerazione.

Un cambiamento assolutamente necessario

Devo riconoscere che da quando ho iniziato a meditare su questi argomenti, la paura e l’ignoranza sono andati diminuendo, grazie anche al rapido scambio d’informazioni. 

Ma, bisogna constatare con dolore, che l’uomo diventa sempre più egoista, più proteso al soddisfacimento del benessere individuale, soprattutto di quello materiale.

Gli Stati dettano regole di comportamento, ma, in genere, sono regole inadeguate e insufficienti a determinare il cambiamento che è assolutamente necessario per rinnovare il mondo. 

Una popolazione può essere civilissima, ad esempio nel senso che non si buttano carte per terra e cose simili, ma occorre molto di più. 

Quella immensa forza positiva che è in ciascuno di noi

È necessario un personale e forte convincimento che in fondo ad ogni uomo esiste una miniera di amore, di intelligenza che va risvegliata; che al di là degli interessi economici contano l’amore, la felicità, la comprensione, il sorriso, il perdono.

Cioè, tutta quella immensa forza positiva che è in ciascuno di noi e senza la quale non è possibile rinnovare il mondo.

Io ritengo che noi siamo sulla strada giusta. 

Abbiamo compreso che si deve partire dall’uomo, dalla formazione di ciascuno di noi e abbiamo anche compreso che si deve partire dalla creatività, quella forza propulsiva che determina il cambiamento. 

Contribuire al miglioramento del mondo

Ricordo con emozione i corsi di Creatività e di Dinamica Mentale fatti molti anni fa da queste parti, corsi ai quali hanno partecipato anche persone che, con emozione, vedo qui presenti questa sera.

Vedo poi con grande piacere il cambiamento che le persone fanno dopo l’esperienza di corsi quali dinamica mentale e tutta la gamma dei corsi successivi.

Grazie a un lavoro personale e di gruppo, le persone sono migliorate e cresciute di tante spanne e vivono con gioia, superando difficoltà e crisi di ogni genere.

Continuiamo allora su questa strada, felici di contribuire, ciascuno di noi con le nostre possibilità, al miglioramento del mondo. lo ce l’ho messa tutta. Fatelo anche voi. Coraggio e buon lavoro.

Con amore, dalla vostra

Carmen Meo Fiorot

inaugurazione del Centro di Trieste,
dicembre 2008.


Carmen Meo Fiorot è stata presidente dell’Accademia Europea C.R.S.-I.D.E.A e pioniera in Europa della metodologia di formazione dell’uomo mediante la libera e serena espressione creativa.

Ha tenuto lezioni e conferenze in tutto il mondo.

È stata docente in diverse università italiane, africane e americane: tra queste, la prestigiosa università di Berkeley in California.

Carmen Meo Fiorot durante il Convegno Internazionale per la presentazione della SomatopsichicaⓇ presso l’Università degli studi di Bari (Ottobre 2001)
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Proposte di Conoscenza e Sviluppo Personale successive alla Dinamica Mentale

Tempo da vivere

3,4 luglio – 6,7 novembre 2021
modalità: a distanza

Non possiamo gestire il tempo ma le nostre scelte. Ogni persona ha una matrice biologica che definisce l’importanza che le tre macro categorie di suddivisione del tempo assumono nella loro vita, il passato, il presente e il futuro.

Il corso porta a consapevolizzare queste diversità, ad apprendere gli ostacoli e le opportunità a loro legate e utili strategie da impiegare per migliorarsi. Ciò allo scopo di interpretare la vita in modo più consapevole adottando il proprio modo di vivere il tempo.

La voce, impronta dell’anima

24, 25 luglio 2021
modalità: a distanza

30, 31 ottobre 2021
modalità: in presenza

Conoscersi per esprimere il meglio di sé stessi, seminario esperienziale.

Questo corso intensivo fornisce ulteriori strumenti di autoconoscenza, accresce la capacità di rilassarsi e di gestire armoniosamente le proprie emozioni, aumenta la capacità di comunicare con sé stessi e con gli altri, in sintonia profonda e consapevole con il “tutto”.

Diventa chi sei

1,2,3 ottobre 2021
modalità: in presenza

Un corso di motivazione personale che porta ad acquisire una maggiore consapevolezza e determinazione nell’approccio alla vita.

Una preziosa occasione per chiarire aspetti personali non risolti o vissuti male, che limitano e condizionano un’espressione di sé armonica e naturale.

Attraverso l’approfondimento delle tecniche di dinamica mentale, l’utilizzo del disegno creativo e specifiche esercitazioni il partecipante riscopre il proprio percorso di vita.

Memoriamo

9, 10 ottobre
modalità: a distanza

In una società che ci richiede sempre più cose da ricordare e imparare ci scontriamo con una memoria personale che spesso mostra dei limiti evidenti e ci crea delle difficoltà.

Utilizzando specifiche tecniche mentali possiamo aiutarci a memorizzare meglio e più a lungo le informazioni che ci servono.

A1 (D.M. avanzata e S.P.)

22, 23, 24 ottobre 2021
modalità: in presenza

Un programma di orientamento e motivazione allo sviluppo personale e collettivo, con tecniche applicate di Dinamica Mentale e con obiettivo l’autorealizzazione.

DI.CO – Dinamica della Comunicazione

8, 15, 22 novembre 2021
modalità: a distanza

La comunicazione è alla base di ogni nostra relazione, in famiglia, con gli amici, sul lavoro, e determina i risultati che otteniamo.

Nel corso saranno approfonditi i principi base della comunicazione interpersonale e le conseguenze dirette della loro applicazione, consapevole o no.

Memoriamo 2

27, 28 novembre 2021
modalità: a distanza

Corso di approfondimento delle tecniche di memorizzazione.

tecniche-rilassamento-operatori-salute-mente-amica
Tecniche di rilassamento ed autoefficacia per il benessere degli operatori della salute

Parte a Varese l’iniziativa per sostenere il benessere del personale sanitario.

Il primo evento dal titolo “Tecniche di rilassamento ed autoefficacia per il benessere degli operatori della salute”, promosso dall’Ordine delle Professioni Infermieristiche in collaborazione con Accademia Europea C.R.S.-I.D.E.A., si terrà nei giorni 8, 15, 22 e 29 maggio 2021.

Il corso prevede l’utilizzo delle tecniche di Dinamica del Benessere attraverso un addestramento pratico di 7 ore e tre momenti di retraining a distanza di 7, 14 e 21 giorni, per monitorare e rinforzare le tecniche apprese.

Docente del corso

Dott.ssa Elena Colzani – Infermiera.

  • Professore a Contratto fino all’Anno Accademico 2019-2020 di Scienze Infermieristiche presso Corso di Laurea in Infermieristica-Università degli Studi di Milano.
  • Socio professionista dell’Accademia Europea C.R.S.-I.D.E.A.
  • Componente del Consiglio Direttivo e della Commissione Formazione dell’Ordine delle Professioni Infermieristiche di  Varese. 

Premessa 

L’emergenza attuale vede il personale sanitario, e in particolare gli infermieri, impegnato nell’assistenza alle persone affette da SARS-CoV-2, con un livello di esposizione costante e prolungato, gravato dalla durata della pandemia.

L’improvvisa riorganizzazione delle pratiche lavorative e l’impatto emotivo del gran numero di vittime sembrano avere molte conseguenze sul benessere degli operatori sanitari, come per esempio aumento dello stress percepito, ansia, disturbi del sonno, senso di bassa autoefficacia e di inadeguatezza a far fronte alla situazione.

(Bassi et al., 2020; Barello et al., 2020; Benfante et al., 2020; Carmassi et al., 2020; Chidiebere et al., 2020; Giusti et al., 2020; Gorini et al., 2020; Lasalvia et al., 2020; Preti et al., 2020; Vitale et al., 2020; Arcadi et al., 2021; De Leo et al., 2021; Di Tella et al., 2021; Hummel et al., 2021; Simonetti et al., 2021)

Finalità del corso

La finalità di questo corso è quella di mantenere e recuperare benessere alleviando lo stress psico-fisico degli operatori della salute in questo particolare momento, impegnativo per tutti, perché il benessere di chi cura si riflette ed influenza  la relazione, i gesti di cura e la soddisfazione reciproca.

Un corpo in grado di rilassarsi e recuperare  energie,  una mente  stabile  e  serena, uno spirito compassionevole e gentile migliorano  il benessere dei professionisti sanitari e anche delle persone assistite, favorendo una relazione efficace, gesti di cura densi di consapevolezza, benevolenza, e soddisfazione reciproca.

La letteratura, pur riconoscendo il carattere elusivo di questi concetti per la difficoltà di trovare definizioni precise alla gentilezza, alla compassione, alla benevolenza, all’empatia,  sottolinea che sono caratteristiche di facile  riconoscimento, soprattutto se si fa riferimento al vissuto dei pazienti.

(Berry et al, 2017; Curry et al., 2018; Lee et al., 2018;  Sitzan e Watson, 2019; Conversano et al., 2020; Amendola e Pallassini, 2020; Dossey, 2021; Wei et al., 2020)

Riferimenti bibliografici

Amendola G, Pallassini M., (2020) Il potere della gentilezza. Rivista L’Infermiere n.5. [Online] Disponibile da: https://www.infermiereonline.org/2020/11/20/il-potere-della-gentilezza/ 

Arcadi P., Simonetti V., Ambrosca R., Cicolini G., Simeone S., Pucciarelli G., Alvaro R., Vellone E., Durante A. (2021). Nursing during the COVID-19 outbreak: A phenomenological study. J Nurs Manag. ; 9.  doi: 10.1111/jonm.13249. Online ahead of print.

Barello S., Falcó-Pegueroles A., Rosa D., Tolotti A., Graffigna G., Bonetti L. (2020). The psychosocial impact of flu influenza pandemics on healthcare workers and lessons learnt for the COVID-19 emergency: a rapid review. Int J Public Health.; 65(7):1205-1216. doi: 10.1007/s00038-020-01463-7. 

Bassi M., Negri L., Delle Fave A., Accardi R. (2020). The relationship between post-traumatic stress and positive mental health symptoms among health workers during COVID-19 pandemic in Lombardy, Italy. J Affect Disord.; 280(PtB):1-6. doi: 10.1016/j.jad.2020.11.065.

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Come la Dinamica Mentale mi sta aiutando a vivere più serenamente la pandemia

Anche se la mia esperienza con la Dinamica Mentale è relativamente breve, in questo periodo così difficile a livello globale, ho sperimentato in prima persona quanto le tecniche di rilassamento e visualizzazione creativa possano essere d’aiuto a superare molte criticità.

La mia testimonianza è quella di una donna sicuramente fortunata, perché sia io che la mia famiglia continuiamo a godere di buona salute, e la mia attività lavorativa principale non ha subito pesanti contraccolpi. 

Però, nonostante questo, specialmente all’inizio della pandemia, non riuscivo ad essere serena e felice perché gli altri intorno a me non lo erano.

Infatti, come secondo lavoro faccio la guida turistica e l’arresto improvviso di tutto il settore mi ha fatto sentire quasi in lutto per le centinaia di colleghi profondamente colpiti, e preoccupata per le incognite sul futuro. 

Inoltre, il nostro negozio di famiglia ha subìto tutte le pesanti limitazioni imposte dai vari provvedimenti. Questo ha seriamente disorientato mia sorella, che lo gestisce in prima persona, e ha creato in me ulteriori preoccupazioni che nei primi tempi non riuscivo a gestire.

Invece, da quando ho conosciuto ed ho cominciato ad applicare le tecniche di Dinamica Mentale, ho scoperto che la mia reazione personale agli eventi “fa la differenza” e che cambiare il mio punto di vista sulle cose non solo è possibile, ma è anche molto utile. 

Ho anche compreso che le visualizzazioni mentali possono aiutare concretamente, e il nostro subconscio va consultato ed ascoltato per il nostro bene.

Tutto questo mi ha aiutato ad affrontare gli ultimi mesi in modo sicuramente più consapevole e determinato.

Gli incontri online con chi, come me, utilizza questo metodo, sono stati di grande aiuto perché mi hanno fatto sentire vicina a persone care, positive, costruttive. Da loro ho potuto continuare a ricevere incoraggiamento e spunti illuminanti da mettere in pratica nella vita di tutti i giorni.

Con tutto il rispetto per la sofferenza di molte altre persone, posso dire che, grazie alla Dinamica Mentale il mio 2020 è stato un anno entusiasmante, perché ho imparato davvero che “vedere il bicchiere mezzo pieno” aiuta la mente a sviluppare idee e soluzioni, mantiene alto lo spirito e, ne sono convinta, rafforza il sistema immunitario.

Così, superato lo shock e il disorientamento iniziale, dovuto alle pesanti limitazioni e alle continue notizie nefaste, ho affrontato la situazione esercitandomi a guardare ogni difficoltà da una prospettiva diversa, più positiva e pro-positiva.

In questo modo sono riuscita a sostenere anche mia mamma di 76 anni e soprattutto mia sorella che iniziava seriamente a vacillare. 

Le sono stata vicino perché comprendesse fino in fondo quale fosse il suo reale valore, e quanto fosse comunque apprezzata dalla sua clientela anche in questo brutto momento. Quando ha ritrovato la sua autostima e si è resa conto di potercela fare, ha ripreso a credere in sé stessa e le nuove azioni messe in campo hanno cominciato a funzionare. 

Ma la cosa più importante, che mi ha regalato una gioia enorme, è che il nostro rapporto tra sorelle è rinato, con una collaborazione e una complicità che non ricordavo più dai tempi dell’infanzia.

Certo, all’inizio ho dovuto impegnarmi a focalizzare i miei pensieri sulla positività, ma poi l’energia che si sprigiona, le idee e soluzioni che nascono e la vicinanza umana che “fiorisce” mi hanno ampiamente ripagata, nutrendomi nel profondo.

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La Dinamica Mentale come strumento di consapevolezza

Il metodo della Dinamica Mentale è uno dei supporti, degli strumenti, che ho incontrato lungo il mio percorso. Per me è stato come il bastone del viandante, un viandante ormai incapace di trovare nuovi paesaggi di cui stupirsi durante lungo la strada. Un viandante che, che oramai stanco, inizia a dubitare dell’utilità e dell’assennatezza di continuare il proprio cammino. 

Il significato di consapevolezza

Mi sentivo perso in un bosco dal quale dubitavo esistesse una via d’uscita. Finché non ho trovato quel supporto che mi ha dato nuova forza ed il sostegno per andare ancora oltre. Come se una volontà di cui sono parte, mi spingesse ad andare avanti e a non lasciarmi sfuggire quel sentiero che era proprio lì vicino.

Credo che il fattore determinante sia stato la consapevolezza.

Il termine consapevolezza è così familiare che, come spesso accade, quasi non ci si sofferma a chiedersi il significato. Se proviamo a chiedere a persone diverse la propria definizione, otterremo risposte diverse, anche discordanti, a volte illuminanti. Sul dizionario, troviamo il seguente significato: “piena cognizione della cosa”.

Le parole sono magiche, e anche se pochissime persone ci pensano, esse sono in grado di trasportare immagini ed emozioni anche astratte, e dare forma a ciò che per definizione è immateriale come le idee ed i pensieri. Man mano che apprendiamo un linguaggio, il suono delle parole diventa familiare e scontato, spesso ignorando lo scrigno di significati che ogni parola contiene.

Per me, la consapevolezza è la capacità di ascoltare ed interpretare le cause e gli effetti delle proprie azioni e rispondere in modo adeguato ai cambiamenti. La consapevolezza di se stessi pertanto porta a comprendere il proprio stato d’animo, i propri bisogni interiori e compiere le azioni necessarie a soddisfarli evitando di generare stati latenti di insoddisfazione.

Comprendere i nostri bisogni

Tutti siamo in grado di comprendere il significato dei simboli luminosi che lampeggiano sul cruscotto della nostra autovettura e siamo in grado di intervenire per tempo e fare rifornimento o rabboccare l’olio prima che l’auto ci lasci in panne. 

Eppure, non siamo altrettanto bravi con noi stessi, non sappiamo leggere il nostro stato d’animo interiore e spesso non facciamo carburante perché abbiamo fretta di arrivare o, peggio ancora, copriamo col nastro adesivo la spia della riserva, come se non vederla più risolvesse il problema.

La consapevolezza ci aiuta ad interpretare la realtà esterna, che non è altro che la manifestazione di ciò che realizziamo con le nostre azioni e pensieri, e comprendere che ciò che otteniamo è quello che vogliamo. Prima di tutto, comprendere se siamo in grado di ascoltare i nostri bisogni.

Raggiungere l’equilibrio

La Dinamica Mentale ci porta a realizzare pienamente la preziosa consapevolezza dell’efficacia di uno scambio dinamico di sensazioni che dall’esterno procedono verso l’interno e viceversa. Grazie all’applicazione delle tecniche meditative possiamo scoprire le nostre potenzialità, rendendole sempre più in grado di agire sul mondo esterno ed ottenere i risultati desiderati. 

Normalmente, ciò che facciamo è lanciare una reazione dall’interno, sperando di modificare l’esterno, ottenendo scarsi risultati perché la nostra risposta è condizionata e non condizionante. 

La piena consapevolezza a mio avviso equivale al termine spesso abusato di “equilibrio interiore”. Uno stato che molti invocano ma che nessuno, prima di conoscere il metodo di Dinamica Mentale, era stato in grado di insegnarmi a raggiungere.

L’illusione della separazione

Proprio questo prendere consapevolezza di noi dall’esterno piuttosto che dall’interno, come dovrebbe essere naturale, ci porta a credere di essere le cose che possediamo, la nostra cultura, la nostra reputazione. 

Il nostro ego ci dà l’illusione che siamo quello che otteniamo, portandoci ad inseguire costantemente qualcosa che è fuori di noi: una meta, un obiettivo da raggiungere senza spesso trovare benefici una volta raggiunto. 

Tutto questo crea quella che viene definita “illusione della separazione” dell’ego. Il nostro ego ci porta a credere che noi siamo separati dagli altri, separati da ciò di cui abbiamo bisogno e soprattutto, separati da Dio, dalla nostra origine, ciò che ci ha creati o comunque vogliamo chiamarlo.

Modelli che ci danneggiano

Molta gente si chiede quale sia il suo scopo, e cerca di dare un senso alla propria vita. Tutti ci dicono cosa fare e vogliono che crediamo alle loro risposte. La nostra cultura ci impone di pensare che la felicità sia altrove, come una ricompensa da raggiungere attraverso sacrifici e sofferenza. 

Ripetendo questo schema anche nella vita di tutti giorni tendiamo a prefiggerci mete e ruoli che ci diano la misura di quello che siamo. Spesso seguiamo modelli che sono esterni a noi stessi e per questo, una volta raggiunti, ci deludono, non ci soddisfano o, ancora peggio, ci danneggiano.

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Restiamo insieme

Il periodo che stiamo vivendo sembra offrire, malgrado le difficoltà della situazione, tempo e occasioni per coltivare studi, ricerche, letture, hobby, riflessioni, ascolto di sé, meditazione. Sembra, dico, perché in realtà tutto fa pensare che pochi riescano sfruttare in questo modo la situazione.

E anche quei pochi scontano una propensione all’ansia e alla tensione che per molti diventa agitazione incontenibile, scontentezza profonda, malessere, tendenza al confronto, allo scontro, aggressività, permalosità, continua ricerca di qualcuno a cui dare la colpa di tutto, o almeno di qualcosa, e molto altro ancora.

“Le persone sembra siano diventate più cattive”, mi diceva giorni fa una mia amica, parrucchiera di professione. Le fanno eco i fatti di cronaca, le cattiverie gratuite e feroci dei social, le affermazioni fuori controllo dei politici che pure dovrebbero, in un frangente tanto grave, saper dimostrare equilibrio e serietà.

È come se, al di sotto delle più che comprensibili buone ragioni, prendesse forma un malessere più vasto, fatto di rimossi, pensieri, emozioni, stati d’animo trascurati, sommersi dalle corse, dalla fretta, dalla presuntuosa certezza di essere padroni della propria vita.

Anche per noi, dotati di tecniche di rilassamento tanto efficaci, può essere difficile cavalcare indenni le ondate di paura che il mondo circostante, anche deliberatamente, ci ha versato addosso e gestire timori, insicurezze, emozioni lasciati crescere indisturbati : rilassamenti affrettati, magari anche saltuari, veloci discese e risalite, tanto si stava mediamente bene.

Per i tempi difficili, oltre che per vivere bene il tempo felice, i vecchi coordinatori di una volta, per intenderci quelli refrattari agli “effetti speciali”, proponevano immancabilmente rilassamento, auto immagine, lente “pascolate” nella scena di natura e quell’attento ascolto non giudicante della propria interiorità che consente, negli anni, di individuare i nostri punti deboli, così da impostare salutari ed efficaci esperienze sintetiche.

Forse siamo ancora in tempo, visto che la pandemia non volge a rapida soluzione e sta impietosamente dimostrando la nostra fragilità, la vacuità di molte ambizioni, desideri, bisogni, insieme alla possibilità di nuove e profonde consapevolezze, di meravigliosi momenti di intimità non solo con i nostri cari, ma anche con noi stessi, non da imperiosi vincenti come andava di moda, e nemmeno da aggressivi perdenti, come accade spesso ora, ma da esseri sì incerti, vulnerabili, senza rassicuranti certezze, tuttavia capaci di stanare le nostre paure, riconoscerle e aprici ad un sereno contatto con noi stessi.

Le riunioni mensili, i corsi base rifrequentati, i corsi di approfondimento di Dinamica Mentale ci hanno aiutato per tutti questi anni a rimanere vigili e consapevoli, attivamente impegnati. Ora tutto questo non è possibile: possiamo solo cercare di starci vicini virtualmente, in rete, di tenere ripulito il nostro mondo interiore con una assidua frequentazione dei nostri livelli soggettivi, usando bene e continuativamente le tecniche mentali.

Possiamo anche comprendere che” il prato dell’amore”, anche nei nostri centri di studio e nell’Accademia, è una felice e bellissima utopia, da coltivare con quella determinazione che si fonda sulla costante, quotidiana pratica dell’incontro con se stessi, necessaria per tenere il più possibile pulito almeno il proprio mondo interiore.

Siamo in cammino, incompiuti. Nessuno di noi per fortuna è un prodotto finito, e conosciamo bene quelle brutte bestie che Marcello considerava le malattie dell’umanità, sempre in agguato e pronte a farci soffrire nei più diversi modi. Orgoglio, presunzione, perbenismo, e ignoranza, messa qui per ultima solo per precisare che non si tratta di un fenomeno culturale, ma della mancanza di consapevolezza e di conoscenza della complessità delle situazioni, della delicatezza dei sentimenti, della potenza delle emozioni inconsapevoli, della forza distruttiva dei pensieri, oggi troppo spesso alimentati dall’odio.

Mai come ora si avverte l’urgenza di una distribuzione di massa di tecniche di rilassamento, non solo per tenere sotto controllo lo stress, ma anche per tornare in contatto con noi stessi e stabilire rapporti più sinceri, rispettosi, attenti; per scoprire la bellezza e l’importanza di quanto la vita ci consente e poi si porta via così che altro possa illuminare le nostre giornate.

Oggi più che mai il Metodo di Dinamica Mentale appare unico, sorprendente, sempre attuale, efficace, praticabile, privo di controindicazioni, adeguato alla realtà odierna, completo nelle sue possibili applicazioni: metodo che ogni persona può sperimentare in modo autonomo ed autosufficiente, secondo le sue necessità e i suoi progetti, utilizzando le tecniche mentali come supporto autoeducativo.

La “pausa di riflessione” imposta dal Covid ci consente di comprendere meglio quanto sia prezioso questo “strumento” che abbiamo la fortuna di possedere, e quanto utile sia approfondirne gli aspetti, fondamentale diventarne sempre più esperti fruitori, così da accrescere la fiducia nella nostra mente e diminuire l’influenza del negativo che ci assale.

Questo ci rende anche più consapevoli dell’importanza dell’Accademia, della sua “portata sociale”, dell’ importanza della nostra presenza come soci, gambe e braccia necessarie alla realizzazione del Progetto Permanente di Psicocibernetica e benessere somatopsichico.

Se continueremo insieme questo cammino costruttivo e liberatorio con la costanza e l’umiltà necessarie, attenti e consapevoli, avremo sempre sufficienti risorse per riprenderci dai colpi della vita. Questo auguriamo, in questo difficile momento, a ciascuno di noi e all’Accademia.

Proprio con la nostra presenza costante e generosa anche l’Accademia può ritrovare la pienezza della sua fondamentale funzione di sostegno, così come è accaduto altre volte in passato, dimostrando una felice capacità di resilienza.

Grazia Cagnoni
con gli istruttori di Dinamica Mentale:
Fausta Ferrari, Paola Ferraro, Aldo Frandi,
Romina Mazzoleni, Mauro Sarti,
Giancarlo Tosetto, Gianluigi Tregnaghi.